domenica 28 dicembre 2025
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Coppa America a Napoli nel 2027: svolta storica e ipotesi 2029

La Coppa America arriva a Napoli nel 2027: prima volta in Italia nella storia. Il golfo, Bagnoli e l’ipotesi di un ciclo che potrebbe proseguire fino al 2029.

L'ipotesi di una seconda edizione della Coppa America sta infiammando gli animi dei velisti italiani
L'ipotesi di una seconda edizione della Coppa America sta infiammando gli animi dei velisti italiani
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La notizia è di quelle destinate a segnare un passaggio storico: la Coppa America arriverà a Napoli nel 2027 e, secondo l’impianto che si sta costruendo attorno all’evento, il legame tra il golfo e la vela più prestigiosa del mondo potrebbe non esaurirsi in una sola edizione. L’orizzonte temporale che arriva fino al 2029 non è ancora un atto formale, ma rappresenta una prospettiva concreta che nasce da un cambio di passo nella gestione della Coppa e da una visione più ampia del suo futuro.

Una prima volta assoluta per la Coppa America in Italia

Per la prima volta in oltre 170 anni di storia, l’America’s Cup si disputerà in Italia, nonostante l’Italia non abbia mai vinto la Coppa. Una scelta che sancisce una nuova tradizione: quella di una Coppa America non più necessariamente legata alla nazione vincitrice dell’ultima edizione.

Questo cambiamento era già emerso quando Team New Zealand aveva rotto la consuetudine storica, in vigore dal 1851, scegliendo per l’edizione del 2024 Barcellona, in Spagna. Da Barcellona, la Coppa ha ora compiuto un ulteriore salto nel Mediterraneo, approdando a Napoli, dove si sta lavorando per creare le condizioni affinché l’evento possa rimanere almeno per una seconda edizione, con tutta probabilità nel 2029.

Il golfo di Napoli offre caratteristiche particolarmente adatte alle regate di Coppa America: un vento termico affidabile, uno specchio d’acqua leggibile anche da terra e uno scenario naturale che poche città al mondo possono garantire. Tuttavia, la scelta di Napoli non è stata solo tecnica.

Al centro del dossier italiano c’è l’area di Bagnoli, individuata come sede delle basi dei team e cuore operativo dell’evento. In questo senso, la Coppa America assume anche il ruolo di strumento di rigenerazione urbana, inserendosi in un processo più ampio che riguarda il rapporto tra la città e il mare. Un percorso che non è privo di polemiche e proteste da parte di una parte della cittadinanza che si sente esclusa dalle decisioni.

Il 2027 come certezza, il 2029 come direzione possibile

Il 2027, oggi, è una certezza. Le regate preliminari, la Louis Vuitton Cup e il Match finale si svolgeranno a Napoli con gli AC75, le imbarcazioni simbolo della Coppa America moderna.

Più articolato è invece il discorso legato al 2029. Non esiste un’assegnazione ufficiale, ma il fatto che se ne parli apertamente è già indicativo di un cambiamento profondo. La nuova governance della Coppa, con un ruolo più strutturato dei team e l’obiettivo di rendere l’evento più sostenibile e continuo nel tempo, apre alla possibilità di cicli più ravvicinati e di sedi capaci di garantire stabilità organizzativa.

In questo contesto Napoli non è vista soltanto come una tappa, ma come un potenziale punto di riferimento. Se il modello funzionerà, se l’organizzazione sarà all’altezza e se la città riuscirà a integrare davvero l’evento nel proprio tessuto, l’idea di proseguire oltre il 2027 diventa meno teorica e più concreta.

Il 2029, in questa prospettiva, rappresenta una direzione possibile più che una promessa già scritta, e molto dipenderà da ciò che accadrà nei prossimi anni.

L’impatto sulla vela italiana e su Luna Rossa

Per la vela italiana, l’impatto è rilevante sotto molti aspetti. Portare la Coppa America in casa significa avvicinare il grande pubblico a uno sport spesso percepito come distante, offrendo la possibilità di vedere dal vivo barche, team e lavoro dietro le quinte.

Per Luna Rossa si tratta di una condizione inedita: regatare nel proprio Paese, con implicazioni importanti in termini di visibilità, aspettative e opportunità.

Ricadute industriali e sviluppo della filiera nautica

La Coppa America è anche un concentrato di ricerca e sviluppo: materiali compositi, progettazione avanzata, simulazione, elettronica e gestione dei dati. Una presenza prolungata di team internazionali può diventare un volano per la filiera nautica italiana, favorendo contaminazioni tra mondo delle regate e produzione di serie.

Non meno importante è l’eredità sportiva. Le regole più recenti della Coppa spingono sull’inclusione, con equipaggi misti e circuiti dedicati a giovani e donne. Se questa spinta verrà collegata in modo efficace al sistema dei circoli, alla formazione tecnica e all’attività federale, l’effetto potrà andare ben oltre l’evento mediatico.

Resta una domanda di fondo: Napoli ospiterà una grande edizione della Coppa America o diventerà il centro di un ciclo più lungo? Un singolo evento lascia immagini, indotto e memoria. Un ciclo costruisce competenze, professionalità e continuità.

La prospettiva che guarda al 2029 è significativa proprio perché suggerisce questa seconda ipotesi. Per la vela italiana, comunque vada, il segnale è chiaro: la Coppa America non è più qualcosa che si osserva da lontano, ma una presenza concreta nel Mediterraneo e un’opportunità strutturale per l’intero settore.

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