Un dato particolarmente interessante, fatto rilevare dall’associazione, è l’entità degli stipendi pagati per lavori svolti direttamente nel settore dell’industria nautica, o lavori che non esisterebbero se non esistesse il settore, ad esempio l’ormeggiatore, o il barman del ristorante del porto.
Il totale di tutti questi stipendi ammonta in un anno a poco meno di 9 miliardi di dollari, di cui 2,6 miliardi di dollari di stipendi per lavori svolti direttamente nel settore dell’industria nautica. In Canada il 35% della popolazione nel 2012 è stata in barca almeno una volta.
Il confronto con l’Italia è da una parte impietoso e dall’altra incoraggiate. Da un punto di vista industriale, l’Italia, che è un paese enormemente più piccolo del Canada, ha un industria nautica che prima della crisi era molto più forte di quella del paese nord americano con quasi 7 miliardi di fatturato annuo, un fatturato particolarmente importante perché per buona parte realizzato con l’esportazione.
Non paragonabile il dato sulla percentuale di popolazione che va in barca in un anno, da noi è molto lontana dal 3%, meno di un decimo di quella canadese, eppure da noi il clima dovrebbe favorire la diffusione della nautica.
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