
Da anni si parla di modernizzare il modo in cui sono registrati gli atti legati alla nautica da diporto. Un problema importante perché la situaizone ttuale rende la vita del diportista più faticosa.
Oggi, dopo un lungo percorso, la sensazione è che la riforma che dovrebbe raggiungere l’obiettivo di rendere i rapporti tra diportista e amministrazione dello Stato più semplici sia davvero a un passo dal diventare realtà.
Le richieste avanzate da UNASCA, l’Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica, sono state ascoltate dal legislatore e molte hanno già trovato spazio nei provvedimenti più recenti.
Eppure, per gli operatori del settore, manca ancora il tassello più importante: la possibilità di registrare telematicamente gli atti nautici e ottenere finalmente un sistema unico e coerente su tutto il territorio italiano.
È proprio qui che, nonostante i progressi, il percorso sembra rallentare.
Un paese, tante interpretazioni diverse
Oggi chi lavora nel mondo delle pratiche nautiche conosce bene il problema: la registrazione degli atti non è uguale ovunque.
In alcune province l’Agenzia delle Entrate considera gli atti relativi ai commercianti di barche esenti dalla tassa di registro, così come accade nel settore automobilistico.
In altre, invece, viene applicata una tassa fissa.
E in altre ancora si passa addirittura a una tassazione proporzionale, calcolata sulla lunghezza dell’imbarcazione.
Questa frammentazione crea una sorta di “migrazione degli atti”: gli utenti si spostano verso gli autenticatori che operano nelle aree più convenienti, mentre altri professionisti perdono lavoro senza averne alcuna responsabilità.
Una situazione che non giova a nessuno e che, soprattutto, mette in difficoltà gli STA, gli Sportelli Telematici dell’Automobilista, che in molti casi operano anche nel settore nautico.
Gli STA e il loro ruolo: obblighi sì, strumenti no
Gli STA possono autenticare gli atti di trasferimento grazie alla legge del 2006 che ne ha riconosciuto la funzione.
E, secondo l’Agenzia delle Entrate, sono considerati pubblici ufficiali responsabili d’imposta. Questo significa che, una volta autenticato un atto, devono anche occuparsi della sua registrazione fiscale.
Il punto critico è che il sistema attuale non mette a disposizione degli STA gli strumenti per farlo interamente online.
Non esiste un portale dedicato, né una procedura telematica completa.
Anche durante il periodo del Covid, quando molte operazioni della Pubblica Amministrazione si erano spostate online, la registrazione degli atti nautici è rimasta un ibrido: documenti inviati via PEC, modelli telematici… ma sempre con l’obbligo di consegnare di persona l’originale dell’atto a uno sportello dell’Agenzia, il che annullava completamente la comodità di fare l’operazione online.
In altre parole: gli STA devono registrare gli atti, ma per farlo devono ancora presentarsi fisicamente a uno sportello, cosa che nella nostra epoca dove tutto è digitale è un vero anacronismo.
Un quadro normativo che non ha ancora fatto il salto di qualità
Il regolamento che disciplina il SISTE (Sistema Telematico Centrale della Nautica) e lo STED (Sportello Telematico del Diportista), introdotti con il DPR 152/2018, stabilisce chi può operare nella gestione telematica delle pratiche nautiche.
Tuttavia, non estende automaticamente queste funzioni a tutti gli STA, anche se molti sono attivi nel settore.
Questo crea una differenza sostanziale:
- lo STED può gestire l’istruttoria telematica e dialogare con il centro dati nazionale;
- lo STA, pur essendo responsabile della registrazione degli atti che autentica, non può farlo attraverso un sistema digitale completo.
È una struttura che oggi non risponde più ai bisogni reali di chi lavora nella nautica.
Uno spiraglio dal decreto fiscale del 2025
Il settore guarda con interesse al decreto legislativo 139/2024, entrato in vigore il 1° gennaio 2025.
Si tratta di un provvedimento che rientra nella riforma fiscale generale e che introduce due novità potenzialmente rilevanti:
- l’autoliquidazione diventa il metodo ordinario per il pagamento dell’imposta di registro;
- vengono previste nuove procedure telematiche di registrazione degli atti.
Inoltre, il Piano triennale dell’Agenzia delle Entrate 2025-2027 annuncia l’obiettivo di estendere la digitalizzazione a tutti gli atti privati, tramite il nuovo modello RAP.
Ma, per quanto incoraggianti, queste aperture non indicano ancora con chiarezza se tutti gli STA potranno registrare gli atti nautici in autonomia, senza passare dagli sportelli fisici.
Il cambio di passo che la nautica aspetta
Le richieste del settore sono chiare e, dopo quasi vent’anni dalla norma che ha dato vita agli STA, restano sorprendentemente attuali:
- una registrazione telematica completa, senza più documenti cartacei da consegnare agli sportelli;
- un’uniformità nazionale delle procedure, per evitare disparità e interpretazioni diverse da provincia a provincia.
Per i professionisti significherebbe semplificazione, efficienza e concorrenza leale.
Per i diportisti, tempi più rapidi e maggior certezza giuridica.
Per lo Stato, un sistema più trasparente, tracciabile e controllabile.
UNASCA continua a lavorare affinché queste richieste vengano accolte.
La riforma della nautica è vicina, ma per completarla serve un ultimo passo: trasformare un sistema ancora troppo frammentato in un sistema moderno, digitale e uguale per tutti.
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