La richiesta fatta in questi giorni al “Forum sul lusso possibile/la sindrome di Robin Hood" svoltosi a Porto Cervo e promosso da Federagenti, mira ad attirare sull’isola quella nicchia di imbarcazioni di altissimo livello capaci da sole di muovere miliardi di euro.
Sino a oggi in Italia proporre uno sgravio fiscale per i superyacht era una cosa destinata a sollevare il facile populismo delle forze più estreme, oggi, però in tempi di crisi dove il lavoro diventa una cosa fondamentale, sembra che si cominci a capire che uno sgravio fiscale su alcune attività porterebbe un numero di posti di lavoro importante che a loro volta generano getto fiscale e quindi il favore non è fatto ai superyacht, ma a chi ottiene un posto di lavoro qualificato.
I super e mega yacht sono nei desideri di tutti i paesi europei e alcuni di questi si stanno dando molto da fare per imporsi come epicentro nel Mediterraneo di quel tipo di nautica.
Un megayacht tra i 30 e i 60 metri spende all’incirca 6.750.000 euro l’anno in manutenzione e carburante, soldi che rimangono nel paese dove questi fa la manutenzione, senza poi calcolare quello che è speso in negozi, ristoranti e servizi. Questo tipo d’imbarcazioni, che per oltre il 50% sono costruite in Italia, generano nel mondo un fatturato di circa 25 miliardi di euro di cui 2,5 sono generati in Italia.
L’Italia è il primo produttore mondiale di questo tipo di barche e, insieme alla Costa Azzurra, la Sardegna era e lentamente sta tornando a essere una delle mete preferite, ma queste grandi barche, quando si tratta di fare manutenzione, si dirigono in altri lidi dove la politica nei loro confronti è stata più intelligente e lungimirante, tra questi Malta e Spagna.
Alcuni numeri
equipaggio posti di lavoro a terra
mt da 30 a 60 15 persone 75
mt da 60 a 80 25 persone 140
mt da 80 in su 50 persone 250
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