
Ambrogio Beccaria, dalla scoperta della vela ai successi oceanici: Mini Transat, Class40 e l’ingresso nella classe IMOCA raccontano una carriera costruita con metodo e visione.
Ambrogio Beccaria è oggi uno dei volti più riconoscibili della vela d’altura italiana, un riferimento per una nuova generazione di navigatori che guarda all’oceano come a un terreno di sfida e di crescita. La sua storia non nasce sul mare, ma a Milano, e prende forma attraverso un percorso fuori dagli schemi, costruito con metodo, determinazione e una visione tecnica sempre più evoluta.
Beccaria si avvicina alla vela da adolescente durante un corso estivo in Sardegna. Un’esperienza che lascia il segno, senza però delineare subito un futuro professionale. Il suo percorso scolastico e universitario procede infatti in un’altra direzione: sceglie ingegneria nautica, unendo attitudine scientifica e interesse crescente per la progettazione delle imbarcazioni.
Parallelamente inizia a regatare su piccole derive, partecipando a competizioni con barche come il Laser 4000. Sono anni di apprendimento e sperimentazione, in cui costruisce le basi tecniche e tattiche che si riveleranno decisive nelle fasi successive della carriera.

L’incontro con i Mini 6.50 e la nascita di “Alla Grande”
La svolta arriva con l’ingresso nel mondo dei Mini 6.50, considerati il primo vero laboratorio per chi sogna l’oceano e la navigazione in solitario. Beccaria acquista una barca usata, da rimettere completamente a nuovo, e affronta il progetto con un approccio diretto e artigianale.
Il refit diventa una palestra tecnica e mentale: ripara, modifica, sperimenta e impara, consapevole che ogni scelta avrà conseguenze dirette in mare aperto. Nasce così la prima “Alla Grande”, una barca che diventa il simbolo della sua crescita come navigatore.
Le competizioni della classe Mini rappresentano una vera scuola di mare, dura ed essenziale. Miglio dopo miglio, Beccaria accumula esperienza, affronta navigazioni impegnative e affina competenze meccaniche, capacità di gestione in solitario e lettura delle condizioni meteo.
In questo contesto inizia a distinguersi per lucidità nelle scelte, solidità mentale e capacità di interpretare al meglio situazioni complesse, elementi che contribuiscono a costruire la sua reputazione nel panorama oceanico.

La vittoria alla Mini Transat 2019
La consacrazione arriva nel 2019 con la vittoria della Mini Transat, la storica regata atlantica in solitario riservata ai Mini 6.50. Un successo che segna un momento storico: nessun italiano aveva mai vinto questa competizione, tradizionalmente dominata dai velisti francesi.
L’impresa porta Beccaria all’attenzione del mondo velico internazionale e sancisce il passaggio da giovane promessa a nome di riferimento dell’ocean racing italiano, confermando il valore di un percorso costruito con preparazione e rigore.
Il salto in Class40 e il progetto Alla Grande – Pirelli
Dopo la Mini Transat, Beccaria compie un salto di categoria approdando in Class40 con una barca di ultima generazione costruita in Italia. Nasce così il progetto “Alla Grande – Pirelli”, che riflette una visione moderna della barca oceanica: veloce, efficiente e ottimizzata per le lunghe regate.
I risultati arrivano subito. Alla Route du Rhum 2022 conquista il secondo posto di classe, dimostrando competitività ai massimi livelli. Seguono successi di rilievo come la vittoria della Transat Jacques Vabre e della The Transat CIC, una delle prove più selettive del calendario offshore.
Il nuovo orizzonte IMOCA
Nel 2025 viene annunciato il progetto Allagrande Mapei Racing, che accompagna Beccaria verso una nuova fase della carriera: l’ingresso nella classe IMOCA, la categoria delle grandi regate oceaniche come il Vendée Globe.
Il passaggio rappresenta una sfida tecnica e sportiva di altissimo livello, con barche dotate di foil e tecnologie sempre più complesse. Un percorso che richiede investimenti, preparazione e una struttura di team professionale, costruita con gradualità e visione.
Accanto all’attività sportiva, Ambrogio Beccaria ha raccontato parte del proprio percorso nel libro Mare selvaggio, scritto insieme a Matteo Caccia. Un’opera che restituisce un’immagine autentica del navigatore, fatta di dubbi, apprendimento continuo e di un rapporto con il mare costruito giorno dopo giorno.

La sua storia dimostra che l’accesso alla vela oceanica di alto livello non è legato necessariamente alle origini, ma a una combinazione di passione, studio e disciplina. Oggi Beccaria rappresenta un punto di riferimento per molti giovani che guardano alla vela d’altura come a una possibilità concreta. Con l’approdo nel mondo IMOCA, il suo cammino entra in una fase nuova, ambiziosa e carica di sfide.
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