
Il regista veterano Renny Harlin torna all’adrenalina con Black Tides, un survival-thriller ambientato in mare aperto che vede protagonisti John Travolta e Melissa Barrera. Una tranquilla — o apparentemente tale — uscita in barca a vela si trasforma in un incubo quando i personaggi si ritrovano circondati da orche aggressive.
Le riprese di Black Tides sono già iniziate a Gran Canaria, in Spagna, con un cast che include John Travolta (nel ruolo di Bill Pierce), Melissa Barrera (Rebecca) e il giovane Dylan Torrell (Sebastian).
La trama racconta di un padre separato che tenta di ricostruire il rapporto con la figlia e il nipote durante una crociera in barca a vela. Ma il viaggio di riconciliazione si trasforma presto in una lotta per la sopravvivenza quando il gruppo viene attaccato da un branco di orche.
Harlin, noto per film d’azione ad alto tasso di tensione come Die Hard 2, promette spettacolo e grandi emozioni. Tuttavia, dietro la suspense, emerge una rappresentazione del mare e degli animali decisamente lontana dalla realtà.
Il mito delle orche “aggressive”: nessun attacco agli esseri umani
Il cinema commerciale, ancora una volta, stravolge la realtà dei fatti per ottenere un effetto emotivo sul pubblico. Non esiste infatti alcun caso documentato di un’orca che abbia mai attaccato un essere umano in mare aperto: gli unici episodi registrati sono avvenuti in situazioni di cattività. Le orche, al contrario, ignorano completamente l’uomo.
Secondo la maggior parte degli scienziati, i ripetuti contatti tra orche e barche avvenuti negli ultimi anni al largo del Portogallo e dello Stretto di Gibilterra non sono atti aggressivi: non vi è alcuna intenzione di “attacco”. Le ragioni di questo comportamento non sono ancora del tutto chiare, ma è certo che non si tratti di violenza verso l’uomo.
Una natura inventata per esigenze di spettacolo
Black Tides presenta una natura che non esiste, costruita su una logica puramente commerciale. Un film che affrontasse davvero il fenomeno delle orche che interagiscono con le barche, basandosi su ricerche scientifiche e testimonianze reali, sarebbe stato di grande interesse. Ma non è questo il caso: Harlin preferisce l’azione e l’effetto spettacolare alla realtà dei fatti, offrendo un racconto di mare in cui la paura prende il posto della conoscenza.
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