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giovedì 25 settembre 2025
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Condannato il comandante che ha sbagliato la manovra per evitare una collisione

A tre anni dall’incidente tra il motoscafo Amore e lo yacht Sweet Dragon, il tribunale di Tempio condanna per omicidio colposo il comandante Mario Lallone.

 Il relitto del Mangusta 63 che la notte del 31 luglio del 2022 ha provocato la morte del suo armatore in una collisione con una delle barche della famiglia Berlusconi, un Magnum 63. Il tribunale ha stabilito che la colpa dell’incidente era del coman
Il relitto del Mangusta 63 che la notte del 31 luglio del 2022 ha provocato la morte del suo armatore in una collisione con una delle barche della famiglia Berlusconi, un Magnum 63. Il tribunale ha stabilito che la colpa dell’incidente era del coman
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A tre anni dal drammatico incidente che ha visto la collisione tra il motoscafo Mangusta 63 Amore e lo Sweet Dragon, un Magnum 70 appartenente alla famiglia Berlusconi, costato la vita al manager britannico Dean Kronsbein, è arrivata la sentenza. Il tribunale di Tempio ha condannato a due anni di reclusione per omicidio colposo il comandante del motoscafo Amore, Mario Lallone, ritenuto responsabile della collisione avvenuta nella notte del 31 luglio 2022 davanti agli scogli di Li Nibani.

Secondo le ricostruzioni, il motoscafo Amore e lo yacht Sweet Dragon viaggiavano in direzioni opposte quando si trovarono in rotta di collisione. Il comandante dell’Amore avrebbe scelto una manovra errata, accostando a sinistra invece che a dritta, come prevedono le norme internazionali per evitare l’abbordo in mare. Dopo l’impatto, l’Amore si è schiantato contro una roccia affiorante, provocando la morte di Kronsbein, sbalzato violentemente sulla plancia di comando.

Il processo si è svolto con rito abbreviato. Il giudice ha ritenuto Lallone colpevole di omicidio colposo, ma lo ha assolto dall’accusa di naufragio. È stato invece assolto con formula piena Luigi Cortese, comandante del Sweet Dragon, per il quale «il fatto non sussiste». La difesa ha sostenuto che la sua condotta fosse conforme alle regole della navigazione, avendo accostato a dritta e non avendo avuto alcun ruolo nell’incidente.

La sentenza chiude una vicenda che ha riacceso l’attenzione sulla sicurezza della navigazione nelle acque della Costa Smeralda, frequentate in estate da grandi yacht e imbarcazioni veloci. Il caso sottolinea l’importanza di rispettare scrupolosamente le regole internazionali per evitare abbordi, in particolare in zone dove il traffico marittimo è intenso e la presenza di scogli rappresenta un rischio costante.

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