
Quando la notizia è finalmente arrivata e il mondo ha saputo che la prossima Coppa America si svolgerà a Napoli, le principali testate internazionali hanno reagito con una certa sorpresa, ma anche con ammirazione.
Reuters ha titolato: “Italy will host the 2027 America’s Cup in Naples” (“L’Italia ospiterà la Coppa America 2027 a Napoli”) e, nell’articolo, sottolinea come questa sarà la prima volta nella storia che la competizione più antica della vela approda nel nostro Paese.
Per molti giornali stranieri, la scelta rappresenta un riconoscimento della tradizione marinara italiana e della capacità di Napoli di offrire un palcoscenico naturale unico al mondo. Sail-World ha parlato di “bold, ambitious regeneration of the Bagnoli waterfront” (“rigenerazione coraggiosa e ambiziosa del lungomare di Bagnoli”), mentre MySailing Australia ha scritto che “the summer of 2027 promises to be a must-see event on the global sailing calendar” (“l’estate del 2027 promette di essere un appuntamento imperdibile nel calendario velico mondiale”).
Il tono generale della stampa europea e internazionale è di rispetto e fiducia, con alcune sfumature che meritano di essere sottolineate.
La bellezza del campo di regata. Emirates Team New Zealand ha definito il Golfo di Napoli “a place of perfection for sailing” (“un luogo perfetto per la vela”). L’immagine del Vesuvio alle spalle delle barche è considerata da molti giornali un “fattore spettacolare” che nessun’altra sede può offrire.
La capacità di accogliere. I giornali francesi, come L’...quipe, sottolineano che “Naples has the energy and warmth to turn a regatta into a festival” (“Napoli ha l’energia e il calore per trasformare una regata in una festa”). Ed è sicuramente uno dei più bei complimenti che si potessero fare a Napoli, un complimento che evidenzia come alcuni giornalisti stranieri conoscano a fondo il carattere di certi luoghi del nostro Paese.
La cultura nautica italiana. Dalla progettazione dei cantieri alla tradizione artigianale, la stampa estera riconosce che la Coppa America approda in un Paese che “vive di mare”. In un passaggio di Boat International si legge che “few nations blend craftsmanship, passion and style like Italy” (“pochi Paesi sanno fondere artigianato, passione e stile come l’Italia”).
Le cautele (e le solite ombre) degli anglosassoni
Non mancano, naturalmente, le riserve. I giornali britannici e statunitensi, come The Times e Sailing World, mostrano una prudenza tipicamente anglosassone, quella di chi guarda al Sud Europa con lente severa.
Tuttavia, le critiche non colpiscono tanto Napoli quanto il processo decisionale della Coppa. The Times ha scritto che “there is concern over transparency between the Defender and the Challengers” (“ci sono preoccupazioni sulla trasparenza tra il difensore e gli sfidanti”), riferendosi alle dinamiche tra Emirates Team New Zealand e i team rivali.
Alcuni commentatori anglosassoni si chiedono se l’Italia riuscirà a rispettare i tempi dei lavori a Bagnoli, e non hanno torto a farlo, perché l’impresa di terminare i lavori in tempo per l’inizio della Coppa America, ad oggi, sembra titanica. I lavori sono iniziati in questi giorni e dovrebbero concludersi, almeno in buona parte, entro il prossimo aprile.
La cautela britannica è comprensibile, anche se in poche occasioni il nostro Paese ha mancato in modo grave appuntamenti internazionali. L’idea che gli italiani diano il meglio quando sono in emergenza non è del tutto sbagliata.
L’orgoglio italiano visto dall’estero
La stampa francese e spagnola, invece, mette in risalto il significato simbolico della scelta. Le Monde ha definito la Coppa America a Napoli “une revanche méditerranéenne” (“una rivincita mediterranea”), spiegando che, dopo Barcellona, la vela torna in un mare dove è nata la cultura navale moderna.
In Spagna, El País sottolinea che “Italy brings to the Cup a mix of beauty, chaos and passion that no one else can replicate” (“l’Italia porta nella Coppa un misto di bellezza, caos e passione che nessun altro può replicare”), e l’accento non è sull’aggettivo “caos”, come in Italia ci si potrebbe aspettare.
Perfino alcuni media neozelandesi, solitamente molto critici, ammettono che “Naples will be the most photogenic America’s Cup ever” (“Napoli sarà la Coppa America più fotogenica di sempre”).
L’Italia al centro della vela mondiale
Nel complesso, l’impressione che emerge è chiara: Napoli rappresenta una sfida, ma anche una vittoria d’immagine per l’Italia. La stampa estera non mostra pregiudizi, ma attende conferme: tempi rispettati, organizzazione efficiente e soprattutto una narrazione forte che riporti la vela nel Mediterraneo.
Se Barcellona ha aperto la strada, Napoli può consolidare la presenza della Coppa nel cuore della cultura marinara europea, dove il mare non è solo campo di regata, ma identità e orgoglio nazionale. Come ha scritto Sail-World: “The America’s Cup finally meets the Mediterranean soul” (“la Coppa America incontra finalmente l’anima del Mediterraneo”).
Ed è difficile non sentire, dietro quelle parole, un pizzico di ammirazione per un Paese che — quando decide di crederci — sa trasformare ogni sfida in spettacolo.
Quello della Coppa America è senza dubbio un appuntamento di grande importanza. Le regate rappresentano uno degli eventi globali più significativi che la città partenopea abbia mai ospitato. Durante la Coppa, la diffusione dell’immagine di Napoli — e, con essa, dell’Italia intera — raggiungerà oltre un miliardo di persone: la fascia più ricca della popolazione mondiale, quella che più di altre può scegliere di visitare il nostro Paese o avviare collaborazioni economiche con esso.
Se Napoli riuscirà a tenere sotto controllo i suoi numerosi problemi, sarà un grande successo per l’intera nazione. In caso contrario, l’immagine del Maschio Angioino che si staglia contro il mare azzurro del Golfo si sbiadirà, e nel ricordo di chi assisterà all’evento rimarranno soltanto le criticità.
Oggi la stampa estera è positiva e tifa per Napoli, ma è anche pronta, se qualcosa andasse storto, a rigirarsi e crocifiggerci al centro della più grande piazza del mondo: il web.
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