Il team si chiamerà SoftBankTeam Japan e parteciperà già ai World Series del 2015.
“Essere alla testa di un team giapponese in Coppa America è un sogno che diventa realtà” ha dichiarato Fuko, skipper e manager del team che è alla sua seconda esperienza in Coppa America, la prima fu nel 1999/2000 con Nippon Challenge.
“Questa è una grande opportunità per il Giappone e i velisti giapponesi per tornare in Coppa America - ha spiegato Fuko – il nostro progetto è quello di costruire il team durante le World Series, useremo queste regate per fare la nostra selezione.”
L’arrivo del team giapponese scatta un istantanea di quello che è la Coppa America di Russel Coutts, un team che torna dopo 15 anni e entra in competizione con un anno di ritardo dichiarando che farà le selezioni del suo team durante il World Series, regate che erano nate per essere delle pre-regate di Coppa dove i migliori velisti del mondo si scontravano su barche più piccole aspettando di sfidarsi sui giganti di Coppa America e non un sistema di selezione e allenamento degli equipaggi.
La domanda è, quanto sia rimasto del vecchio spirito di Sir Lipton nella Coppa di oggi dove non vince il migliore, ma solo colui che detiene il trofeo e fa le regole perché cambia queste a suo piacimento e in ogni momento.
Cosa c’è dello spirito che ha mosso i primi yachtman a creare la regata delle cento ghinee in una Coppa America non più tesa a esaltare le doti di tenacia, ingegnosità, creatività e perizia dei team, ma solo a racimolare qualche team con un po’ di denaro da spendere da mettere davanti a qualche decina di telecamere in attesa che arrivi Oracle a vincere ancora una volta la Coppa America.
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