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sabato 1 novembre 2025
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Dopo le minacce di Trump, l’IMO rinvia di un anno il piano Net-Zero per la navigazione

L’IMO rinvia di un anno l’adozione del piano Net-Zero per ridurre le emissioni del trasporto marittimo dopo le minacce di Trump, rallentando la transizione energetica del settore.

Una grande portacointainer della MSC. Il traffico marittimo contribuisce all'inquinamento globale per il 2% annuo
Una grande portacointainer della MSC. Il traffico marittimo contribuisce all'inquinamento globale per il 2% annuo
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L’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) ha deciso di posticipare di dodici mesi l’adozione del Net-Zero Framework, il piano che avrebbe dovuto fissare un percorso vincolante per la riduzione progressiva delle emissioni di gas serra nel trasporto marittimo mondiale. Il rinvio è stato annunciato il 13 ottobre, pochi giorni dopo le dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump, che ha definito l’iniziativa «una truffa fiscale verde sulla navigazione» e ha minacciato sanzioni commerciali nei confronti dei Paesi intenzionati a ratificare l’accordo.

Cos’è il Net-Zero Framework dell’IMO

Approvato in via preliminare lo scorso aprile da 63 Stati membri dell’agenzia delle Nazioni Unite, il piano rappresentava il primo tentativo concreto di dare una struttura globale alla decarbonizzazione del settore marittimo. L’obiettivo era ambizioso: raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, con una riduzione intermedia del 30% delle emissioni entro il 2030 e del 70% entro il 2040, in linea con gli impegni previsti dall’Accordo di Parigi.

Il Net-Zero Framework avrebbe introdotto nuove regole sulle emissioni per le navi mercantili e passeggeri, l’obbligo di utilizzare carburanti alternativi a basse emissioni come metanolo verde, ammoniaca o idrogeno, e un contributo economico da parte degli armatori a un fondo internazionale destinato alla ricerca e allo sviluppo di tecnologie sostenibili.

Le pressioni degli Stati Uniti e le minacce di Trump

La posizione degli Stati Uniti ha spinto diversi Paesi a chiedere un rinvio dell’adozione. Trump, che già in passato aveva criticato le politiche ambientali globali definendole «un freno alla competitività americana», ha sostenuto che il piano IMO avrebbe fatto aumentare i costi del trasporto marittimo di circa il 10%, con conseguenze dirette sui prezzi delle merci e sul commercio internazionale. Le sue dichiarazioni hanno generato un effetto domino tra alcuni Paesi esportatori, preoccupati per l’impatto economico delle nuove regole.

Il trasporto marittimo è responsabile di circa il 2% delle emissioni globali di gas serra, ma rappresenta una delle industrie più difficili da decarbonizzare. Le navi, spesso operative per decenni, richiedono tecnologie complesse e costose per la conversione energetica. Negli ultimi anni, tuttavia, la pressione internazionale e la spinta del mercato avevano portato armatori, cantieri e compagnie a convergere su un percorso comune verso le emissioni zero — un consenso raro in un comparto storicamente frammentato. Un equilibrio che, alla luce della posizione degli Stati Uniti, rischia ora di indebolirsi.

Un rinvio che rischia di rallentare la decarbonizzazione

Secondo diversi operatori del settore, il rinvio di un anno deciso dall’IMO rischia di rallentare la transizione energetica della navigazione proprio nel momento in cui l’industria marittima aveva iniziato a investire in soluzioni sostenibili. Molti temono che la decisione possa compromettere la credibilità dell’IMO nel guidare la decarbonizzazione globale dei trasporti e indebolire gli sforzi internazionali per raggiungere gli obiettivi climatici fissati per il 2050.

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