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mercoledì 3 settembre 2025
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I gatti selvatici mettono in crisi l’isola di Molène tra aggressioni e danni ecologici

Sull’isola di Molène, 90 gatti selvatici minacciano 160 abitanti e gli uccelli marini locali. Aggressioni, danni ecologici e misure drastiche del Comune.

Una popolazione felina importante sta cominciando a causare diversi danni sull'isola di Molène sulla Francia atlantica
Una popolazione felina importante sta cominciando a causare diversi danni sull'isola di Molène sulla Francia atlantica
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Un piccolo lembo di terra nell’Oceano Atlantico, poco più di un chilometro quadrato di estensione, è oggi al centro di un’emergenza insolita: sull’isola di Molène, sulla Francia atlantica, vivono circa 90 gatti inselvatichiti, a fronte di appena 160 residenti permanenti. Una sproporzione che ha innescato tensioni nella comunità e che minaccia seriamente l’equilibrio naturale dell’isola.

Negli ultimi mesi si sono verificati almeno quattro episodi di aggressione. In un caso una donna, mentre portava a spasso il cane, è stata assalita da una gatta sbucata da un cespuglio. La caduta le ha provocato una frattura, costringendola al trasferimento urgente sulla terraferma. Secondo gli esperti, a scatenare queste reazioni sono soprattutto le femmine che cercano di proteggere i propri piccoli, con conseguenze che aumentano la percezione di insicurezza tra abitanti e turisti.

Una minaccia per gli uccelli marini

Il problema non riguarda solo la convivenza con le persone. Molène è infatti uno degli habitat più importanti d’Europa per gli uccelli marini notturni, che nidificano nelle cavità del terreno. I gatti, predatori opportunisti, hanno già decimato numerosi nidi, mettendo a rischio una delle colonie più significative del continente. Le autorità locali parlano apertamente di “disastro ecologico”.

Le misure adottate

Per arginare l’emergenza, il Comune ha introdotto una serie di misure:

  • obbligo di identificazione tramite microchip o tatuaggio per i gatti di proprietà, con multe fino a 750 euro in caso di mancato rispetto;
  • cattura e sterilizzazione dei gatti selvatici, seguite dal trasferimento sull’isola vicina di Ouessant o sulla terraferma;
  • possibilità di adozione per gli esemplari più socievoli;
  • creazione di un registro fotografico per censire e riconoscere ogni animale.

Il metodo adottato è quello della sterilizzazione e reintroduzione controllata, una pratica già applicata in altri contesti insulari ma che richiede costanza e risorse nel lungo periodo.

Nonostante l’impegno delle istituzioni, le reazioni sull’isola restano contrastanti. C’è chi ritiene le misure tardive o insufficienti e chi, al contrario, teme possibili maltrattamenti durante le catture. Il clima si è fatto teso: negli ultimi mesi cinque gatti sono stati trovati avvelenati, un segnale preoccupante di esasperazione e conflitto interno alla comunità.

Un problema globale

Il caso di Molène non è isolato. In molte isole del mondo, i gatti diventati selvatici rappresentano una delle principali minacce per gli ecosistemi locali, spesso più incisiva di pesca e inquinamento. Gli uccelli marini che nidificano a terra sono tra le prime vittime. La sfida è trovare un equilibrio tra sicurezza pubblica, tutela della biodiversità e benessere animale.

L’isola di Molène, paradiso naturale dell’Atlantico, si trova oggi stretta tra due emergenze: da un lato la convivenza difficile con decine di gatti inselvatichiti, dall’altro la necessità di proteggere un fragile patrimonio naturale. Le misure adottate saranno sufficienti a ristabilire un equilibrio? La risposta dipenderà dalla capacità delle autorità, delle associazioni e dei cittadini di trovare una linea comune, capace di tutelare allo stesso tempo gli abitanti, gli animali e l’ambiente.

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