
Il gruppo tedesco HanseYachts AG, produttore dei marchi Hanse, Dehler, Moody, Sealine, Fjord e Ryck, ha pubblicato il 18 luglio i risultati finanziari preliminari relativi alla prima metà dell'anno fiscale 2025 (chiusura a giugno), rivelando una fotografia contrastante: a fronte di un forte calo del fatturato, l’azienda ha migliorato sensibilmente la propria redditività operativa e ha compiuto un importante passo nella ristrutturazione del debito.
Ricavi in calo: HanseYachts resta sotto gli 80 milioni
Nel periodo analizzato, il fatturato è sceso a 77,37 milioni di euro, in netto calo rispetto ai 90,70 milioni registrati nello stesso semestre dell’anno precedente. Una flessione che riflette la tendenza negativa dell’intero comparto nautico, colpito da una domanda in rallentamento e da un clima economico incerto che frena gli investimenti in beni durevoli come le barche da diporto.
Il dato appare ancora più modesto se confrontato con i principali competitor europei. Groupe Beneteau, colosso francese del settore, nel primo semestre del suo esercizio ha superato i 600 milioni di euro di fatturato, mentre Dufour Yachts, sebbene con una produzione molto più contenuta ( in questo caso è un cantiere singolo, nonun gruppo come Beneteau o Hanse Yachts che hanno più marchi), viaggia su volumi stimati intorno ai 60 milioni annui, con una crescita costante negli ultimi anni. HanseYachts, pur gestendo sei marchi e un portafoglio variegato, mostra quindi una dimensione ancora contenuta rispetto ai leader di mercato.
Redditività in miglioramento grazie all’efficienza interna
Nonostante il calo del volume d’affari, HanseYachts ha registrato un aumento significativo dell’EBITDA operativo, salito a 6,15 milioni di euro contro i 3,95 milioni dell’anno precedente. L’utile operativo torna positivo, raggiungendo 1,08 milioni dopo una perdita di 1,18 milioni nello stesso periodo del 2024.
Questi risultati, esclusi gli effetti straordinari, indicano un miglioramento della gestione operativa, ottenuto grazie a una razionalizzazione dei processi produttivi e a una strategia commerciale più selettiva, mirata a rafforzare i margini in un mercato debole.
Il peso della ristrutturazione del debito
Il punto di svolta per HanseYachts è stato però l’accordo di ristrutturazione del debito, raggiunto con gli istituti finanziari, lo Stato tedesco e l’azionista di riferimento. L’intesa ha portato a una cancellazione parziale del debito, generando un impatto contabile positivo che ha fatto salire l’utile netto complessivo a 23,16 milioni di euro.
Un risultato che va letto con attenzione: il miglioramento non deriva da un boom delle vendite, ma da una manovra straordinaria sul fronte finanziario, cruciale per alleggerire la struttura patrimoniale del gruppo e garantirne la sopravvivenza nel medio termine.
Prospettive: il futuro resta incerto, ma ora c’è più margine
Il Presidente del CdA, Hanjo Runde, ha riconosciuto che l’incertezza del mercato rimane elevata, ma ha anche sottolineato la tenuta dell’azienda in un contesto difficile: “Le misure adottate rafforzano il nostro posizionamento strategico e operativo”.
HanseYachts, pur restando lontana dai livelli di scala dei suoi maggiori concorrenti, può ora contare su una struttura finanziaria più snella e su processi interni più efficienti. Il nodo resta la domanda globale, ancora debole e imprevedibile.
La vera sfida sarà tradurre questi miglioramenti interni in una crescita duratura: un compito tutt'altro che semplice per un gruppo che, oggi più che mai, si trova a dover conciliare ambizioni industriali con prudenza finanziaria.
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