
Quella del 2025 è un’estate particolarmente calda, e con le temperature in aumento cresce anche il numero di vittime per malori improvvisi in mare. I dati ufficiali non sono ancora disponibili, è troppo presto, ma chi monitora quotidianamente questi episodi nota un incremento evidente nei casi di persone colpite da malore dopo essersi tuffate dalla spiaggia, dagli scogli o direttamente dalla barca.
In molti di questi casi, la causa è da ricercare nell’idrocuzione, un fenomeno pericoloso provocato dallo sbalzo termico tra la temperatura corporea elevata e l’acqua fredda. Sotto il sole il corpo può raggiungere anche i 39 gradi. Un tuffo improvviso in mare, dove l’acqua, in alcune zone, può essere anche a 22-23 gradi, crea una differenza di temperatura che supera spesso i dieci gradi, provocando una vasocostrizione violenta che può portare all’arresto cardiaco.
Perché si diceva di non fare il bagno dopo mangiato
Un tempo le mamme vietavano ai bambini di fare il bagno durante la digestione, e ci sembrava una precauzione eccessiva, soprattutto vedendo i coetanei del nord Europa correre in acqua subito dopo aver mangiato. Li credevamo più forti, più resistenti. In realtà erano solo meno consapevoli: in quelle regioni l’idrocuzione è poco conosciuta perché si vive meno il mare e il caldo intenso.
Il momento della digestione richiede particolare attenzione, soprattutto per i ragazzi e per gli anziani, le fasce più esposte ai rischi legati agli sbalzi termici.
In barca il pericolo è ancora più subdolo: si tende a tuffarsi spesso, senza pensarci troppo. Dopo aver passato un’ora sdraiati in coperta sotto il sole, è istintivo gettarsi in mare per rinfrescarsi. Ma proprio questo gesto spontaneo può essere pericoloso. Lo sbalzo termico improvviso può affaticare o addirittura fermare il cuore.
Come prevenire l’idrocuzione: il gesto che può salvare la vita
Il consiglio è semplice: prima di entrare in acqua accaldati, bagnatevi polsi e caviglie – le zone da cui il corpo dissipa meglio il calore – e versate un po’ d’acqua su pancia e nuca. Un gesto che richiede pochi secondi, ma che può fare la differenza.
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