
Il porto di Imperia torna al centro delle cronache con l’obiettivo di unificare i due scali storici presenti sulle coste cittadine, quello turistico di Porto Maurizio e quello commerciale di Oneglia, in un’unica infrastruttura integrata. Un progetto ambizioso, che si porta dietro una lunga e complessa vicenda.
Dal progetto del 1981 al fallimento del 2014
L’idea di un grande porto turistico a Imperia risale al 1981, ma i lavori iniziarono soltanto nel 2007. Ben presto, però, il cantiere si fermò a causa di una serie di inchieste giudiziarie che investirono l’opera. La parabola si è aggravata nel 2014, quando la società incaricata della costruzione è fallita, lasciando il porto incompiuto e in uno stato di incertezza gestionale.
La nuova fase: posti barca e strategia della società
Oggi la gestione è passata a una nuova società che punta a rilanciare il progetto, completando le strutture e offrendo 1.235 posti barca con servizi moderni e spazi dedicati al turismo nautico di fascia alta. Tuttavia, molti ormeggi risultano occupati senza titolo. Si tratta di barche che pagavano l’affitto alla vecchia proprietà e che, una volta fallita questa, hanno continuato a occupare i posti senza più alcun riferimento a cui versare il canone. Per questo è stata avanzata la proposta di vendere questi posti barca al 50% del loro valore di mercato, una mossa che sembra rivelare l’assenza di strumenti legali efficaci per liberare le banchine.
La divisione dei posti barca
Il piano del nuovo porto prevede complessivamente 1.235 posti barca, suddivisi in questo modo:
- 782 riservati al turismo nautico
- 453 destinati ai residenti locali
Tra questi posti:
- 151 dedicati ai transiti
- 4 riservati ai battelli turistici
- 6 allocati per unità da pesca professionale
Questa suddivisione chiarisce la composizione del porto e le diverse categorie di utenza a cui è destinato.
Un futuro ancora da scrivere
Il nuovo porto di Imperia, nato per unire due anime storiche della città, resta dunque sospeso tra grandi ambizioni e difficoltà strutturali. La sfida è trasformare un’opera simbolo di ritardi e vicende giudiziarie in un polo nautico competitivo, capace di valorizzare la vocazione marittima del territorio. Oggi i lavori ripartono, ma se si potrà mettere la parola fine a un’opera compiuta è una risposta che arriverà solo con il tempo.
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