Come riportato dal quotidiano locale Paese Nuovo, i rifiuti sono stati accumulati nel tempo da furbetti che hanno approfittato della stagione con minore affluenza di visitatori, per liberarsi di scafi e attrezzature nautiche senza dare nell’occhio. Col risultato di dar vita a un vero e proprio cimitero fatto di legno, vetro e vetroresina. Naturalmente, la soluzione di abbandonare lì la barca, ha consentito agli armatori di risparmiare sui costi di smaltimento previsti. Non si esclude anche l’ipotesi che qualche proprietario, in barba alla crisi economica, abbia deciso di sbarazzarsi della propria imbarcazione a causa degli elevati costi di gestione.
Da qui, l’intervento della guardia costiera di Otranto, che per prima cosa ha messo in sicurezza la discarica a cielo aperto sia per prevenire l’accumulo di ulteriori rifiuti che per evitare che qualcuno potesse farsi male. Dopo la messa in sicurezza, si è proceduto, con la collaborazione del comando locale di polizia municipale, alla bonifica dell’ansa attraverso l’impiego di mezzi specializzati messi a disposizione dal comune.
Le indagini, finalizzate alla individuazione dei responsabili, sono tuttora in corso e porteranno al deferimento degli stessi all’autorità giudiziaria. La Guardia Costiera, inoltre, insieme all’amministrazione comunale di Otranto, sta passando al vaglio un progetto di allestimento in alcune aree di un potente sistema d’illuminazione, proprio allo scopo di prevenire il ripetersi di queste azioni, che si verificano nelle ore notturne.
... inoltre in fase avanzata anche lo studio di fattibilità per organizzare, entro la primavera, una giornata dedicata alla pulizia del porto, col contributo di volontari. L’iniziativa nasce per liberare lo specchio acqueo portuale dai rifiuti che, per effetto delle correnti e del malcostume, inevitabilmente si sono accumulati sui fondali.
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