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lunedì 27 ottobre 2025
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Tariffe minime per le patenti nautiche: il TAR rimette la questione alla Corte Costituzionale

Il TAR del Lazio ha sollevato dubbi di incostituzionalità sulle tariffe minime per le patenti nautiche. Ecco cosa cambia per le scuole di vela e i futuri comandanti.

Le scuole di vela tradizionali e le autoscuole riunite in associazioni si stanno dando battaglia per i prezzi dei corsi delle patenti nautiche
Le scuole di vela tradizionali e le autoscuole riunite in associazioni si stanno dando battaglia per i prezzi dei corsi delle patenti nautiche
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Negli ultimi mesi, il mondo della nautica da diporto si trova al centro di un acceso dibattito. Al cuore della discussione c’è il Decreto Ministeriale 30 agosto 2023, n. 142, che, insieme al Decreto Legislativo 18 luglio 2005, n. 171 (Codice della nautica da diporto), introduce un tariffario minimo obbligatorio per le scuole nautiche che preparano alle patenti di categoria A, C e D.

Un tariffario di cui le scuole di vela non sentivano l’esigenza, ma che è stato fortemente voluto dalle associazioni delle scuole guida.

Secondo quanto riportato, il nuovo schema tariffario fissa – ad esempio – un importo minimo di 1.100 euro per le patenti entro 12 miglia (categorie A, C, D2) e di circa 1.400 euro per quelle senza limiti dalla costa. In molti casi, questi valori risultano di molto superiori ai prezzi praticati fino a poco tempo fa da molte scuole di vela.

Con l'introduzione del tariffario minimo sotto tali cifre, le scuole non possono scendere. Le tariffe comprendono 5 ore di pratica, ma le eventuali ore aggiuntive dovranno essere pagate 90 euro ciascuna, contro i 50-70 euro che si pagavano fino a ieri.

I prezzi delle scuole di vela cambiano molto a seconda della regione. Al Sud, i corsi costano generalmente meno rispetto a quelli del Nord Italia, e imporre un listino unico che non tenga conto delle esigenze dei diversi mercati locali rischia di danneggiare sia gli operatori sia gli utenti.

Molti professionisti del settore esprimono infatti preoccupazione, poiché l’introduzione di un tariffario minimo comporta un aumento dei costi che potrebbe determinare una contrazione della domanda.

Tra i primi a muoversi contro il provvedimento c’è la scuola di vela Altura di Roma, che ha presentato ricorso al TAR del Lazio. Il tribunale si è espresso proprio in questi giorni, rilevando una possibile incostituzionalità delle disposizioni contenute nel decreto.

Ora le scuole nautiche, soprattutto quelle non aderenti alle associazioni delle scuole guida, potrebbero decidere di non applicare il nuovo listino e continuare a operare come in passato. Una scelta che, tuttavia, le esporrebbe alle sanzioni previste, poiché fino a quando la Corte Costituzionale non si pronuncerà, il decreto resta in vigore in tutte le sue parti, comprese le disposizioni sui listini minimi.

La reazione delle associazioni delle scuole guida potrebbe consistere in segnalazioni alle autorità competenti contro le scuole di vela che non rispettano il tariffario. Tuttavia, paradossalmente, a rischiare di più sono proprio le scuole guida, che in molti casi non godono del prestigio e dell’autorevolezza di realtà consolidate come Altura o altri nomi di rilievo del panorama didattico nazionale, e che ora si trovano con prezzi più alti che potrebbero metterle fuori mercato.

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