
Gli Imoca 60 che hanno partecipato alla Transat Jacques Vabre, sono impegnati in questi giorni nella transatlantica di ritorno dalla Martinica a Lorient, una sorta di regata informale chiamata Retour a la Base.
Informale perché ogni barca può decidere di partire quando vuole e fa testo il tempo di percorrenza finale per stilare la classifica. Una sorta di allenamento insomma, che però molti prendono parecchio sul serio.
Il francese Thomas Ruyant, che ha vinto la Transat Jacques Vabre con una splendida regata, è uno di quelli che non ci sta a non spingere a fondo la sua For People: tre giorni fa ha fatto segnare un nuovo record di percorrenza nelle 24 ore per un monoscafo condotto in solitaria.
L’Imoca 60 di Ruyant ha fatto registrare 539,94 miglia in 24 ore, alla media di 22,49 nodi, superando il primato che apparteneva ad Alex Thomson ed Hugo Boss, 536,81, datato 16 gennaio 2017 in pieno Vendée Globe.
All’epoca Thomson sfruttò un fronte nel sud Atlantico per stabilire il record, questa volta il teatro è stato invece il Nord Atlantico.
C’è da capire se il record verrà ufficialmente riconosciuto dalle autorità preposte a convalidarlo, dato che il Retour a la Base è come detto una regata informale, e non un evento ufficiale. Burocrazia a parte, resta la performance che è di assoluto valore.
Il record di Thomson è rimasto a lungo imbattuto nonostante l’evoluzione delle barche, e si possono dare almeno due ragioni a questo fatto: la prima è che il britannico incontrò nel 2017 delle condizioni particolarmente favorevoli, riuscendo a navigare davanti a un fronte “giovane” che non aveva alzato ancora molta onda e consentiva quindi medie di velocità elevate.
La seconda ragione è che gli Imoca 60 nuovi hanno punte di velocità molto più alte rispetto alla generazione di quel Vendée Globe, ma le esprimono al massimo del potenziale in condizioni di vento medio, come per esempio quelle di un Aliseo.
Quando il vento diventa veramente forte i nuovi foil di grandi dimensioni rischiano di esporre le barche a sollecitazioni eccessive, e gli skipper tendono a frenare per evitare danni strutturali.
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