
Tre trimarani della flotta Ocean Fifty che partecipavano alla Transat Café L’Or si sono capovolti nella prima notte di regata. Le condizioni meteo erano difficili: il vento soffiava fino a 40 nodi e il mare era formato. Mentre tutte le altre barche sono riuscite a proseguire, i multiscafi hanno registrato il 30% di perdite. Sei skipper sono stati tratti in salvo dagli elicotteri, e nel caso di Koesio le operazioni di soccorso si sono rivelate particolarmente complesse, durando diverse ore.
Non è la prima volta che i trimarani della classe Ocean Fifty finiscono agli onori delle cronache per ribaltamenti. Nel 2022, durante la Route du Rhum, il trimarano Solidaires En Peloton – ARSEP si è capovolto. Stesso destino per Drekan Groupe (allora classificato come Multi 50) durante la Transat Jacques Vabre del 2017, e per Arkema – Région Aquitaine nell’edizione 2013 della stessa regata.
Fortunatamente, in tutti questi casi gli skipper sono sempre stati salvati e in molti episodi anche le barche sono state recuperate. Tuttavia, il problema resta: perché questi trimarani si ribaltano con tanta facilità?
Le cause sono una combinazione di condizioni meteo estreme, caratteristiche strutturali dei multiscafi e strategie di regata spinte al limite, dove il rischio viene accettato pur di ottenere le massime prestazioni.
Le caratteristiche dei trimarani
I trimarani hanno una grande larghezza e, di conseguenza, un’elevata stabilità laterale, che li rende relativamente sicuri contro il rollio entro certi limiti. Tuttavia, quando vengono spinti al massimo — con velocità molto elevate, angoli al vento ampi e mare grosso — la loro stabilità può essere rapidamente compromessa.
Come spiegato dalla rivista statunitense Practical Sailor, “Trimarans are more susceptible to broach and capsize when broad reaching at high speed or when caught on the beam by a large breaking wave” (I trimarani sono più soggetti a straorzare e capovolgersi quando navigano al traverso ad alta velocità o vengono colpiti lateralmente da un’onda frangente).
In altre parole, non è tanto il vento costante a rappresentare un pericolo, quanto piuttosto le forze dinamiche come raffiche improvvise, onde irregolari e perdita di controllo della rotta.
Condizioni meteo e strategie di regata
Durante la prima notte di questa edizione della Transat Café L’Or gli equipaggi hanno dovuto affrontare fronti molto attivi, con vento forte e onde tra i 2,5 e i 3 metri. In queste condizioni, mantenere a riva una grande superficie velica e spingere la barca al limite per guadagnare in velocità diventa estremamente rischioso.
Le classi come l’Ocean Fifty sono concepite per navigare “sull’orlo” della sopportazione: massima velocità, peso minimo e margini di sicurezza ridotti al minimo. Come riportato dalla rivista inglese Yachting World, “The Ocean Fifty fleet is known to sail on the red line” (La flotta Ocean Fifty è nota per navigare costantemente sul filo del rischio).
In pratica, per raggiungere le massime prestazioni, gli skipper accettano un livello di rischio elevatissimo: basta una raffica o un errore minimo per perdere il controllo della barca e arrivare al disastro.
Errori e limiti di manovra
Anche senza un errore evidente, la combinazione di vento, onde e assetto spinto al limite può far sì che il trimarano sbandi sottovento in modo importante e incontrollato, oppure venga colpito lateralmente da un’onda frangente, compromettendo l’equilibrio. In questi casi, la grande larghezza dello scafo non basta più a impedire il capovolgimento: la forza laterale va oltre la coppia di raddrizzamento e la barca si ribalta.
Il capovolgimento dei trimarani nella Transat Café L’Or non è una semplice fatalità, ma il risultato di un tipo di vela che spinge al massimo le prestazioni in condizioni meteo difficili. Questo non significa che i trimarani siano intrinsecamente “insicuri”, ma che il loro margine di sicurezza è ridotto rispetto ad altri tipi di barche come i Class 40 o i catamarani tradizionali.
Per chi progetta, conduce o analizza questi scafi, gli eventi recenti rappresentano un chiaro promemoria: ridurre le vele per tempo, gestire correttamente le onde e valutare attentamente le condizioni di vento e mare sono fattori decisivi per evitare il ribaltamento.
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