
Per porre rimedio alla confusione sui segnali di sicurezza nelle spiagge italiane, il Comando Generale delle Capitanerie di Porto ha pubblicato il 16 aprile 2025 una circolare che obbliga i gestori a uniformarsi al codice colori già in vigore nel resto d’Europa.
Da quest'annoi significati delle bandiere saranno:
Verde: servizio di assistenza attivo, condizioni favorevoli;
Gialla: servizio attivo, condizioni meteo-marine potenzialmente rischiose;
Rossa: balneazione sconsigliata o pericolosa, con o senza servizio attivo.
Di conseguenza, la bandiera bianca che finora indicava mare calmo e bagnino in spiaggia viene sostituita dalla più intuitiva bandiera verde, già familiare ai bagnanti stranieri come tedeschi e inglesi, che ora troveranno un sistema unificato e più facilmente comprensibile.
Fino ad oggi, la situazione era molto diversa
La maggior parte delle persone associava la bandiera rossa al mare agitato, al vento forte e alla raccomandazione di non entrare in acqua per motivi di sicurezza. Meno noto, invece, era il significato della bandiera bianca, che in molte località indicava condizioni favorevoli e presenza del servizio di salvamento attivo. Il significato della bandiera bianca però variava da regione a regione.
Nelle spiagge dell'Emilia Romagna, ad esempio, per segnalare l'assenza del bagnino si affiancava alla bandiera rossa quella bianca, mentre in Versilia si utilizzava una bandiera gialla e rossa per comunicare lo stesso messaggio.
Una situazione che, già per noi italiani, creava confusione e che per i turisti stranieri risultava ancora più difficile da decifrare. In tutta Europa il mare calmo e il servizio attivo sono tradizionalmente segnalati con la bandiera verde, mentre sulle nostre spiagge si incontravano bandiere bianche o gialle, a seconda della località.
Con la nuova circolare, si punta finalmente a uniformare e a rendere il sistema di segnalamento più chiaro e univoco su tutto il territorio nazionale.
Salvini ricorda che il salvamento è un obbligo
Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, competente anche per le spiagge e le Capitanerie di Porto, ha ricordato che il salvataggio in mare è un obbligo. Partendo da questo concetto ha deciso – con sorpresa di molti – di ridurre i tempi in cui i gestori delle spiagge sono obbligati ad avere un servizio di salvamento attivo.
Lo scorso anno, le Capitanerie di Porto avevano chiarito che i comuni e le regioni non potevano decidere autonomamente l'inizio e la fine della stagione balneare.
Almeno per quanto riguarda il periodo di presenza obbligatoria dei bagnini, si era imposto un criterio nazionale: il servizio doveva essere garantito dal 1 maggio al 30 settembre, tenendo conto che il periodo di maggiore affluenza di turisti stranieri va da maggio a settembre (escludendo in parte la fine di luglio e agosto).
I gestori delle spiagge avevano protestato perché questo avrebbe comportato un aumento significativo dei costi appellandosi alla nota sensibilità del Ministro dei Trasporti per alcune categorie di esercenti.
In questi giorni il ministro ha stabilito che il servizio di salvamento per quest’anno inizierà il 17 maggio per terminare il 21 settembre, cosa che porterà per gli esercenti un risparmio del 20% sulle spese di guardiania.
L’anomalia è che l’obbligo di garantire il salvamento non coincide con l'apertura dei bagni: questi possono aprire prima del 17 maggio e chiudere dopo il 21 settembre. In quei periodi il servizio di salvamento non sarà obbligatorio. Quantomeno, si sarebbe dovuto prevedere l'obbligo di installare cartelli ben visibili per avvisare gli avventori che, al di fuori delle date previste, non è garantita l’assistenza in caso di emergenza.
È un po’ come se una piscina pubblica, aperta 12 ore al giorno, garantisse la presenza del bagnino solo per 8 ore, continuando però a incassare l’ingresso pieno anche durante le ore scoperte.
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