
I verbali dell’interrogatorio di James Cutfield mettono in discussione la sua versione. Ecco cosa emerge dal confronto con altri testimoni della notte del 19 agosto 2024.
La trasmissione Quarta Repubblica, in onda su Rete 4, è riuscita ad accedere ai verbali dell’interrogatorio del comandante James Cutfield. Durante l’audizione, Cutfield ha dichiarato di essersi già trovato in rada con venti a 60 nodi, ma che quella notte la situazione era ben più grave. Secondo lui, nella baia di Porticello il vento soffiava oltre i 100 nodi.
Una versione che però non coincide con quella di Karsten Borner, comandante del Sir Robert, nave olandese di 42 metri ormeggiata a circa 150 metri dal Bayesian. Borner ha inizialmente parlato di un picco massimo di 41 nodi registrato dall’anemometro. In seguito, ha rivisto le sue dichiarazioni, indicando raffiche fino a 65 nodi.
Le incongruenze nei tempi
Anche la cronologia dei fatti solleva dubbi. Cutfield sostiene di aver ordinato al marinaio di guardia, Matthew Griffith, di svegliarlo nel caso il vento superasse i 20 nodi. Secondo lui, Griffith eseguì l’ordine alle 4:15. Tuttavia, il tracciato AIS segna l’affondamento alle 4:16. Le telecamere montate sotto le crocette dell’albero mostrano già alle 4:04 un vento così forte da strappare il tendalino del flybridge.
Cutfield afferma inoltre di non aver svegliato gli ospiti poiché erano le 4 del mattino e avevano già affrontato situazioni simili. Eppure, poco prima, avrebbe dichiarato che la barca era sbandata di 15 gradi. Chi ha esperienza di vela sa che 15 gradi di inclinazione sono tutt’altro che trascurabili. Con 22 gradi, molte barche toccano l’acqua con la falchetta, e la sensazione è di camminare sulle pareti. È difficile immaginare ospiti tranquilli a letto mentre la barca è piegata e gli oggetti cadono sul ponte.
Perché Porticello non era preparata al maltempo
Alcune fonti giornalistiche sostengono che il comandante avesse scelto Porticello proprio perché si attendeva un peggioramento del meteo e pensava di trovare riparo. Ma se davvero si aspettava maltempo e all’orizzonte si vedevano lampi e tuoni, perché non ha preparato la barca? Perché lasciare oggetti fragili non fissati, che poi – come lui stesso ha ammesso – sono caduti e si sono rotti? Neppure un diportista inesperto lo farebbe. Difficile pensare che un comandante con anni di esperienza l’abbia fatto davvero.
Il mistero resta aperto
Il mistero del Bayesian resta irrisolto, e anzi si complica. Forse solo gli inquirenti hanno ormai un quadro completo. Anche se i verbali possono circolare attraverso diversi canali – come avvocati e cancellerie, soprattutto se coinvolte da un tribunale del riesame – ciò che realmente pensano difficilmente viene condiviso. Ed è proprio per questo che la verità, con ogni probabilità, resterà ancora a lungo un segreto.
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