
Quando la passione per la vela cresce, la domanda è inevitabile: conviene comprare una barca a vela o noleggiarla? Sempre più spesso si sceglie il noleggio per ragioni economiche, ma questa scelta comporta rinunce che incidono sull’esperienza di navigazione.
Dal punto di vista dei costi, il noleggio è più conveniente: possedere una barca implica spese sensibilmente superiori (ormeggio, manutenzione, assicurazione, aggiornamento attrezzature). La convenienza economica, però, non è l’unico criterio da considerare.
Navigare a vela significa cercare emozioni e sensibilità al timone: sentire il vento, percepire la barca che reagisce ai comandi, accelera, s’inclina e ritorna in assetto. Se la vela diventa solo un mezzo di propulsione, il motore risulta più comodo: ma così si svuota l’esperienza del suo valore sportivo e sensoriale.
I limiti tipici delle barche da charter
Molte barche a noleggio montano randa avvolgibile e, spesso, fiocco autovirante: soluzioni pratiche, ma poco appaganti per chi ama “sentire” la barca. Non a caso, nella maggior parte dei casi le vele vengono aperte una sola volta durante la vacanza, o addirittura rimangono ammainate. L’attrezzatura è ridotta al minimo e ogni imprevisto porta a contattare la società di charter, con perdita del senso di autonomia.
Essere armatori significa diventare un tutt’uno con la barca: conoscerne limiti e potenzialità, prevenire problemi, intervenire con gli strumenti giusti. Il piacere di testare una vela nuova o installare uno strumento scelto su misura non ha equivalenti in un uso occasionale di un mezzo standard per una o due settimane l’anno.
Quando ha senso noleggiare
Il noleggio resta la scelta ideale per chi naviga poco, desidera cambiare area di crociera ogni anno o non vuole gestire costi fissi e manutenzione. Per chi cerca soprattutto relax e comfort, la formula charter soddisfa l’esigenza con un impegno limitato.
Conclusione
Il noleggio è vincente sui costi e sulla praticità. La proprietà premia chi vuole vivere la vela fino in fondo: emozione, controllo, crescita tecnica e rapporto autentico con la barca. Rinunciare a essere armatori significa rinunciare a scoprire quanto possa essere straordinario andare per mare.
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