In questo articolo vediamo insieme le funzioni, i pregi e i difetti dei daggerboard, come vengono utilizzati nei catamarani, come lo siano meno nei multiscafi e le fake news che ruotano intorno a questo argomento
Tutti coloro che hanno iniziato a navigare sull’Optimist l’hanno presa in mano migliaia di volte sfilandola e infilandola nella sua scassa a centro barca. Stiamo parlando della deriva a baionetta molto utilizzata sulle piccole barche a vela.
Qualcosa che ricorda quella deriva compare oggi, sempre più spesso, sui catamarani, ma anche sui monoscafi, soprattutto quelli da regata off-shore.
Scopriamo insieme le funzioni, i pregi e i difetti dei daggerboard
La lama di deriva retrattile a baionetta, oltre a produrre l’effetto più importante di contrastare lo scarroccio, ha il pregio, soprattutto per le barche a vela di grandi dimensioni, di ridurre il pescaggio e permettere di entrare in molti porti che altrimenti sarebbero off-limits.
In questo articolo però ci vogliamo focalizzare soprattutto sull’ultima tendenza progettuale, che è emersa negli ultimi anni, dapprima sui catamarani e in seguito anche sui monoscafi, di inserire due derive retrattili (una per lato o una per scafo nel caso dei catamarani) in sostituzione o in aggiunta a quella fissa centrale, i daggerboard.
Gli studi maggiori sono stati fatti sui catamarani mettendo a confronto le prestazioni delle due configurazioni.
Iniziamo quindi a vedere quali sono i vantaggi di avere le derive fisse (chiglie) sui due scafi rispetto ai daggerboard sui catamarani. Le chiglie sono senz’altro più robuste delle derive retrattili.
Nel caso di urto con uno scoglio i danni saranno ridotti e più facilmente riparabili. Al contrario, se si urta il fondale con un daggerboard completamente abbassato i danni possono essere elevati e creare anche pericolose vie d’acqua.
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