
Tra le dotazioni che più incidono sull’autonomia in crociera, il dissalatore è senza dubbio una delle più importanti. Trasformare l’acqua di mare in acqua dolce permette di navigare per giorni senza rifornimenti, riducendo le soste in porto e aumentando il comfort a bordo.
Il dissalatore è libertà. Senza dissalatore ogni due, massimo tre giorni bisogna perdere una mattinata per entrare in un porto per riempire i serbatoi di acqua. Se non si ama entrare in porto, il dissalatore è uno degli accessori più importanti che si possono avere a bordo.

Oggi quasi tutti i dissalatori destinati al diporto si basano sulla tecnologia a osmosi inversa: l’acqua marina viene spinta ad alta pressione attraverso una o più membrane semipermeabili che trattengono sali e impurità, restituendo acqua dolce e un flusso di scarto concentrato. I modelli più evoluti integrano sistemi di recupero energetico, in grado di sfruttare parte della pressione residua per ridurre i consumi elettrici.
Come funziona un dissalatore a bordo
Il processo è composto da più fasi. L’acqua di mare viene aspirata da una pompa e fatta passare attraverso filtri a cartuccia per eliminare sabbia e sedimenti. Una pompa ad alta pressione la porta poi a circa 50–60 bar, consentendo il passaggio dell’acqua pura attraverso la membrana. Al termine del ciclo, un risciacquo con acqua dolce previene la formazione di depositi e prolunga la vita del sistema. Quando la barca rimane ferma per lunghi periodi, la macchina viene “messa a riposo” con una soluzione conservante.

La capacità di produzione dipende da numerosi fattori, tra cui la temperatura e la salinità dell’acqua. I dissalatori più compatti, alimentati a 12 o 24 volt, sono pensati per barche medio-piccole. L’Osmosea New 12 S 50, ad esempio, produce circa 50 litri di acqua dolce all’ora consumando 240 watt, equivalenti a poco meno di 5 watt per litro. È una macchina leggera, silenziosa e gestibile con un buon banco batterie e pannelli solari.
Con un principio analogo lavora anche lo Schenker Zen 50, che dichiara 50 litri/ora con un assorbimento di 240 watt. Entrambi i sistemi impiegano un intensificatore di pressione che recupera parte dell’energia, rendendo possibile un uso quotidiano anche senza generatore.
Salendo di dimensioni, modelli come l’Osmosea New 12 S 100 (100 l/h per 420 W) o lo Schenker Zen 100 (100 l/h per 400 W) si adattano a barche più grandi o a equipaggi numerosi, mantenendo comunque consumi contenuti.
Sulle imbarcazioni dotate di generatore si possono installare sistemi a 230 volt con portate ancora superiori. Il Dessalator D100, per esempio, eroga circa 100 litri all’ora con una potenza di 370 watt, mentre i modelli Idromar Mini Compact arrivano a 130–200 litri/ora con assorbimenti che superano il chilowatt. Le versioni più grandi, destinate a imbarcazioni oltre i 50 piedi, superano anche i 400 litri/ora. Ci sono dissalatori per grandi superyacht che possono produrre fino a 6000 litri di acqua pura l’ora, ma richiedono generatori di potenza elevata.
I dissalatori azionati dal motore
Oltre ai modelli elettrici a 12, 24 o 230 volt, esistono dissalatori progettati per funzionare con il motore della barca in moto. In questo caso la pompa ad alta pressione è collegata meccanicamente al motore, oppure alimentata dall’alternatore principale. È una soluzione diffusa soprattutto sulle barche da crociera che percorrono lunghe tratte a motore, dove l’energia meccanica disponibile può essere sfruttata per produrre acqua dolce senza incidere sui consumi elettrici di bordo.

Il principio di funzionamento resta lo stesso: l’acqua di mare viene aspirata, filtrata e spinta attraverso la membrana a osmosi inversa. La differenza è che l’energia necessaria alla pompa non proviene dalle batterie o da un generatore, ma direttamente dal motore o dal suo alternatore. Il vantaggio è evidente: mentre si naviga, si può produrre una grande quantità d’acqua con un consumo energetico marginale. Lo svantaggio è che la produzione è possibile solo con il motore acceso, per cui non è la scelta ideale per chi ama soste prolungate in rada in completo silenzio.
Un esempio concreto è la serie Dessalator Freedom, disponibile in versioni a 12 e 24 volt pensate per funzionare con l’alternatore del motore principale. Questi sistemi, compatti e robusti, producono da 60 a 100 litri d’acqua all’ora sfruttando l’energia generata in navigazione, senza richiedere un gruppo elettrogeno. In alternativa, esistono anche impianti “engine driven” veri e propri, in cui la pompa è collegata al motore tramite una cinghia o un accoppiamento meccanico: soluzioni più complesse da installare, ma molto efficienti per chi naviga regolarmente a motore.
Tutti i catamarani della flotta NSS Charter sono dotati di dissalatori ZP azionati dal motore, con una capacità di circa 200 litri all’ora. Secondo Carlo Giordano, responsabile della manutenzione delle 130 barche della flotta, questi impianti richiedono meno manutenzione rispetto a quelli dotati di pompa elettrica.
Costi indicativi
Il prezzo varia in base alla portata, alla tecnologia e al livello di automazione. I modelli più piccoli a 12 volt, come l’Osmosea New 12 S 30 o lo Schenker Zen 30, hanno costi che partono da circa 4.500–6.000 euro. Un dissalatore da 50 litri/ora, come lo Zen 50 della Schenker o il New 12 S 50 di Osmosea, si collocano tra gli 8.500 e i 9.500 euro installati (listini 2025).

Salendo di categoria, le macchine da 100 litri/ora superano facilmente i 10.000 euro, mentre i sistemi di grande capacità, come gli Osmosea Classic 240 o gli Idromar MC2 e MC3, possono raggiungere e oltrepassare i 14.000 euro.
A queste cifre vanno aggiunti i costi di installazione, che variano a seconda della barca e della complessità dell’impianto, e quelli di manutenzione ordinaria: filtri, prodotti di lavaggio e la sostituzione periodica della membrana (ogni 5–7 anni).
Quale dissalatore scegliere
La scelta dipende dal tipo di navigazione e dal sistema energetico di bordo. Per crociere a medio raggio e uso familiare, un modello da 30–60 litri/ora con recupero energetico garantisce autonomia senza richiedere un generatore. Chi fa lunghe navigazioni o ha equipaggi numerosi può invece orientarsi verso portate da 100 litri/ora in su, preferendo macchine a 230 volt o versioni ibride in grado di funzionare sia in corrente continua sia alternata.
Va considerato anche lo spazio a disposizione: i moduli compatti di Schenker e Osmosea possono essere installati in zone difficili, mentre i sistemi più grandi, come quelli Idromar, richiedono vani tecnici dedicati.
L’acquisto di un dissalatore rappresenta un investimento importante, ma il vantaggio in termini di libertà e comfort è notevole. Poter produrre ogni giorno decine di litri d’acqua dolce consente di vivere la barca in modo più rilassato, senza dipendere da porti e rifornimenti.
Oggi, grazie all’efficienza dei modelli con energy recovery, anche chi naviga con alimentazione a batterie può permettersi un sistema di desalinizzazione stabile e sostenibile. Un accessorio che, per molti armatori, è diventato ormai una presenza indispensabile a bordo.
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