
Giovedì 17 luglio, un Lagoon 65 con armatore ed equipaggio messicani è arrivato a Cala dei Sardi, nel Golfo di Cugnana, in Sardegna nord-orientale, centro specializzato nell’assistenza ai catamarani Lagoon.
L’assistenza di Cala dei Sardi si era resa necessaria per un problema a due bagni della barca. Una volta arrivati al marina, il comandante - anche lui messicano – si è sentito male, probabilmente a causa di una colica renale, ed è stato trasportato d’urgenza in ospedale, dove è stato ricoverato.
Il giorno successivo, venerdì 18 luglio, il proprietario della barca ha deciso di uscire in mare e condurre personalmente l’imbarcazione per andare a fare il bagno, senza che risulti chiaro se fosse in possesso della necessaria abilitazione.
La destinazione scelta era la Cala del Pevero, nei pressi di Porto Cervo, una delle baie più belle all’inizio della Costa Smeralda, ma questa ha un problema: all’ingresso della cala ci sono degli scogli molto pericolosi segnalati sulle carte Navionics da due mede che nella realtà non esistono.
Chi non conosce bene la zona, non trovando i segnali previsti, può facilmente fidarsi della carta e finire sugli scogli.
È proprio ciò che è accaduto all’armatore messicano, che li ha colpiti, danneggiando gravemente lo scafo di dritta che ha iniziato a imbarcare molta acqua.
Il salvataggio della barca da parte di Cala dei Sardi
Se non fosse stato per l’intervento, particolarmente veloce, del team di Cala dei Sardi, la barca sarebbe probabilmente affondata nella baia del Pevero.
Gli uomini del marina sono intervenuti con due rimorchiatori e delle grandi pompe, riuscendo così a mantenere a galla quel bestione da 20 metri che, in assetto da crociera supera le 40 tonnellate, e lo hanno trainato al porto di Olbia.
Una volta giunto a destinazione, lo scafo è stato subito tirato a secco per consentire le riparazioni.
Non si è fatto attendere l’intervento dell’avvocato americano del proprietario messicano, preoccupato per il fatto che il suo assistito potesse non essere in possesso della patente nautica, una circostanza che — se confermata — avrebbe potuto compromettere la validità della copertura assicurativa.
L’importo delle riparazioni non è trascurabile: si parla di una cifra attorno ai 200.000 euro.
L’incendio nel cantiere e il risarcimento
L’armatore è rientrato in Messico e, nella notte tra domenica e lunedì, intorno alle tre, è scattato l’allarme nel cantiere di Olbia: la barca, che fortunatamente era vuota, ha preso fuoco.
Brucia tutto: le fiamme si alzano per diverse decine di metri e il puzzo di vetroresina bruciata è nauseabondo.
I vigili del fuoco hanno lavorato fino al pomeriggio di lunedì per spegnere completamente l’incendio. Al termine dell’intervento, della barca non rimane nulla. Capire perché e come abbia preso fuoco sarà molto difficile.
L’assicurazione, a seguito dell’incendio, dovrebbe pagare l’intero importo per cui la barca era assicurata: 4 milioni di euro.
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