
Les Sables-d’Olonne — Oggi, 21 settembre 2025, il porto francese si è trasformato in un palcoscenico di vele e emozioni per la partenza della Mini Transat, la regata in solitario che attraversa l’Atlantico e che da oltre quarant’anni rappresenta una delle sfide più affascinanti della vela oceanica. Novanta skipper, alla guida di barche lunghe appena 6,50 metri, hanno lasciato gli ormeggi per affrontare un percorso di oltre 4.000 miglia nautiche: prima tappa a Santa Cruz de La Palma, nelle Canarie, e arrivo finale a Saint-François, in Guadalupa.
L’edizione 2025 si distingue per la grande presenza di esordienti: circa tre quarti della flotta partecipa per la prima volta a una regata oceanica di questa portata. Un dato che conferma la Mini Transat come laboratorio e trampolino per giovani talenti e per chi sogna una carriera nella vela offshore.
Tra gli italiani al via spiccano Cecilia Zorzi e Nicolò Gamenara, entrambi impegnati nella categoria Mini Serie. Zorzi, classe 1994, arriva a questa avventura dopo anni di esperienze tra derive e classi olimpiche. Per lei la Mini Transat è una sfida estrema che unisce preparazione tecnica e desiderio di spingersi oltre i propri limiti. Gamenara, 33 anni, imperiese, porta in oceano la tenacia e l’esperienza maturate su diverse barche, affrontando la traversata come una ricerca di perfezione e di equilibrio interiore.
La partenza è avvenuta con condizioni meteo favorevoli: vento regolare e mare moderato, ideali per prendere il ritmo e macinare le prime miglia verso il largo. Ma già nelle prossime ore i concorrenti dovranno misurarsi con scenari più complessi, tra possibili depressioni atlantiche, venti incostanti e correnti insidiose. La rotta iniziale attraversa infatti zone come il Golfo di Biscaglia e Capo Finisterre, notoriamente impegnative per i navigatori solitari.
La Mini Transat resta fedele alla sua filosofia originaria: strumenti di bordo essenziali, comunicazioni ridotte al minimo e totale autonomia per gli skipper. Una regata che non premia solo la velocità, ma anche la capacità di resistere alla fatica, gestire l’alimentazione, controllare l’usura dell’attrezzatura e mantenere la lucidità nelle decisioni.
Mentre le vele delle piccole imbarcazioni si allontanano dalla costa francese, resta il silenzio carico di emozioni di chi le osserva dalla banchina. Ogni partenza porta con sé una miscela di entusiasmo e malinconia: la consapevolezza che per settimane i concorrenti saranno soli, immersi nel dialogo costante con il mare e con se stessi.
La sfida è iniziata. Le prossime tappe mostreranno chi saprà interpretare al meglio venti e correnti, dosando energia e coraggio. Ma, al di là della classifica, la Mini Transat 2025 è già un viaggio di scoperta e resistenza, una prova che trasforma ogni partecipante in narratore della propria traversata oceanica.
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