
Il 23 agosto 2025 il Codacons ha annunciato una formale denuncia alle Procure competenti nei confronti della Guardia Costiera, accusata di danneggiamento di beni naturali e omissione di atti d’ufficio. Al centro della contestazione c’è l’Arcipelago della Maddalena, dove l’associazione sostiene che centinaia di imbarcazioni accedano e diano ancora in aree protette senza adeguati controlli.
Le richieste del Codacons
Secondo il Codacons, la normativa vigente sarebbe troppo permissiva: per chi viola il divieto di ancoraggio è prevista soltanto una multa di 51 euro. Una sanzione ritenuta insufficiente, che l’associazione vorrebbe sostituire con il sequestro delle imbarcazioni. Una misura che, se applicata, comporterebbe ogni anno il fermo di migliaia di barche.
Una posizione che lascia perplessi, considerando che il Codacons si presenta come un’associazione a tutela dei consumatori, ma in questo caso sembra ignorare le reali dinamiche della nautica. I diportisti che oggi vengono etichettati come “delinquenti” sono in molti casi semplici turisti, parte integrante di un’economia locale che vive in larga misura proprio di nautica da diporto.
Critiche e proposte alternative
Piuttosto che chiedere provvedimenti severi e difficilmente applicabili, i critici sostengono che l’associazione dovrebbe battersi per soluzioni concrete e sostenibili. Tra queste: installare un numero adeguato di boe, delimitare aree di ancoraggio in zone prive di posidonia o dove questa ricopre solo porzioni limitate del fondale, e solo in seguito prevedere sanzioni più dure per chi infrange le regole.
Così formulata, invece, la proposta del Codacons appare più come un modo per ottenere visibilità sui media che un reale contributo alla salvaguardia del parco e del suo delicato ecosistema.
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