
Nel Bayesian era già entrata acqua prima che il colpo di vento investisse la rada di Porticello la notte del 19 agosto 2024, in cui sette persone persero la vita nel naufragio del Perini Navi di 56 metri, Bayesian. È questa la nuova rivelazione emersa dai sopralluoghi tecnici in corso dal momento del recupero del relitto.
Le prime risultanze tecniche: yacht inclinato prima della burrasca
I rilievi effettuati sul relitto, che ora si trova, guardato a vista, a terra nel porto di Termini Imerese, da parte dei consulenti incaricati dalla Procura di Termini Imerese, stanno lentamente ricostruendo gli eventi che hanno portato al naufragio. Secondo fonti vicine all’inchiesta (scrive la Repubblica, edizione di Palermo del 7/7/2025), “il momento raddrizzante e la stabilità della nave erano già compromessi prima della tempesta”.
In pratica, i periti sostengono che il Bayesian era parzialmente allagato già prima che si arrivasse al momento finale in cui il vento ha sdraiato la nave sull’acqua, cosa che spiegherebbe perché il Bayesian sia affondato così rapidamente.
Nessuna falla nello scafo, ipotesi di errore umano
La struttura dello scafo, secondo quanto già accertato nei giorni del recupero, non presentava falle né segni di urti esterni. Questo supporta l’ipotesi che l’allagamento sia stato causato da fattori interni, come l’errata gestione dei portelloni o una via d’acqua non rilevata in tempo. Secondo le risultanze ottenute dai periti, il Bayesian risultava inclinato di circa 15 gradi già prima che le condizioni meteo peggiorassero.
L’equipaggio sotto esame: seguiti i protocolli di sicurezza?
Per gli inquirenti, se lo yacht fosse stato in perfetta efficienza e se l’equipaggio avesse seguito i protocolli standard “non solo nell’ultimo quarto d’ora fatale, ma anche nelle ore precedenti”, l’affondamento sarebbe stato improbabile.
Le indagini, in corso da quasi un anno, sembrano confermare quindi la prima ricostruzione offerta dalla Procura: una catena di errori umani avrebbe avuto un ruolo determinante nel naufragio.
Ipotesi alternative: portelloni aperti e festa a terra?
Uno dei nodi principali riguarda la causa dell’inclinazione iniziale. Il legale dei familiari del cuoco di bordo, l’avvocato Mario Bellavista, ipotizza che la chiusura dei portelloni di poppa possa essere avvenuta troppo tardi, quando ormai l’acqua aveva già invaso una parte critica dello scafo, compromettendone la stabilità.
Non è facile immaginare che un equipaggio di professionisti, che sino a quel momento era sempre stato all’altezza del proprio compito, abbia improvvisamente deciso di ignorare gli allarmi che sicuramente sarebbero scattati se lo scafo avesse imbarcato acqua, e non abbia fatto nulla per riportare in assetto la nave.
Si potrebbe pensare che la teoria dell’avvocato del cuoco della nave, perito nell’incidente — che probabilmente l’equipaggio fosse sceso a terra per festeggiare lasciando i portelli aperti e che questi siano stati chiusi solo in un secondo tempo, quando ormai era troppo tardi — possa essere valida.
Dubbi e incongruenze sulla teoria della festa a terra
- A) Possibile che a scendere a terra sia stato l’intero equipaggio? Dei professionisti non l’avrebbero mai fatto. Se non è così, chi è rimasto a bordo non ha sentito gli allarmi?
- B) Possibile che a terra nessuno li abbia visti? In una zona con pochi locali, un gruppo di dieci stranieri non sarebbe passato inosservato.
Ammesso pure che siano impazziti tutti e se ne siano andati a terra lasciando gli ospiti da soli su una barca incustodita, e che mentre loro erano a terra la nave abbia iniziato a imbarcare acqua dai portelloni lasciati aperti, alcune cose non tornano:
- a) Sappiamo che per buona parte della notte, almeno sino a un’ora prima del naufragio, il tempo era buono, il mare calmo e il vento leggero. Cosa avrebbe causato un’inclinazione di 15°?
- b) Se la barca fosse stata inclinata di 15°, camminare sui passavanti non sarebbe stato facile.
Tuttavia, dalle immagini delle telecamere poste sotto il primo ordine delle crocette, si vede come intorno alle 3:40 la barca fosse stabile. Anche alle 04:00, cinque minuti prima che il Bayesian si sdraiasse sull’acqua, un membro dell’equipaggio percorre il passavante senza particolari difficoltà, pur con il vento in aumento.
Con questo non si vogliono negare le risultanze dei periti della Procura, sempre che queste siano quelle riportate da la Repubblica, edizione di Palermo, ma solo aggiungere elementi di riflessione.
Proseguono le indagini tecniche sul relitto
Nel frattempo, sul molo del porto di Termini Imerese, dove lo scafo e l’albero di 72 metri del Bayesian sono stati trasferiti a fine giugno, proseguono le ispezioni. Gli esperti confrontano quotidianamente i rilievi con i dati digitali recuperati dagli hard disk di bordo, prelevati a 49 metri di profondità e decriptati da una società tedesca specializzata.
Due teorie a confronto: errore umano o debolezza strutturale?
Se le indagini della Procura di Termini Imerese sembrano orientarsi sempre più verso la cattiva gestione della situazione da parte dell’equipaggio, l’ente britannico MAIB (Marine Accident Investigation Branch) sembra invece orientato verso un problema strutturale dell’imbarcazione. Tuttavia, va sottolineato che il MAIB non ha accesso diretto alle prove e basa le proprie conclusioni solo su ipotesi.
La sensazione è che ci si stia avvicinando alla verità, ma prima di poter mettere un punto su questa vicenda, sarà necessario attendere ancora molte settimane di accertamenti.
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