
Condannato Mattias Rutgersson per frode ed evasione fiscale
La corte distrettuale di Uddevalla, nella Svezia occidentale, l'11 giugno scorso ha sancito la fine di uno dei casi più eclatanti di frode fallimentare nella cantieristica navale europea, condannando Mattias Rutgersson, proprietario e amministratore del Sweden Yachts Group, a un anno di prigione. Inoltre, la corte gli ha vietato l'esercizio della sua professione per tre anni e gli ha inflitto una pesante multa per evasione fiscale.
A volte un brand di prestigio non basta. La storia della nautica è piena di falsi miti: cantieri ritenuti inattaccabili che si sono rivelati tutt'altro. Tra questi, il caso che ha suscitato più clamore è senza dubbio quello del Sweden Yachts Group.
Dalle origini al primo fallimento
Il cantiere era stato fondato nel 1976 con il nome Sweden Boats, poi cambiato l’anno successivo in Sweden Yachts. Negli anni aveva costruito una solida reputazione, diventando uno dei cantieri europei più apprezzati. Tuttavia, non riuscì mai ad adattarsi all’evoluzione del mercato e rimase indietro sul piano del design e della tecnologia. Questo contribuì al fallimento del 2016, dopo 40 anni di attività.
Nel 2018 entra in scena Mattias Rutgersson, che acquista Sweden Yachts insieme ad altri marchi storici come Malö Yachts, CR Yachts e Regina Yachts. Si trattava di nomi noti, ma indeboliti dalla crisi finanziaria globale innescata nel 2007 dal fallimento di Lehman Brothers, crisi che non riuscirono a superare.
Il gruppo così composto dava l’impressione di essere una realtà solida, con una grande tradizione alle spalle. Ma era solo apparenza: l’azienda non decollò mai davvero. Rutgersson si arrangiava con espedienti, finché non capì che poteva sostenersi incassando gli acconti dei clienti in attesa delle loro barche.
Il crollo finale e la condanna
Rutgersson aveva creato una sorta di catena di Sant’Antonio: usava gli acconti e gli anticipi per coprire i buchi lasciati dalle commesse precedenti. Ogni tanto completava una barca, ma rimandava la consegna delle altre. Il Covid gli offrì l’alibi perfetto per giustificare i ritardi e riuscì persino a ottenere soldi extra da alcuni clienti. Ma come sempre accade, la catena si è spezzata.
Nel 2023 il gruppo è fallito e Rutgersson è stato messo sotto accusa. L’epilogo è arrivato con la condanna definitiva: un anno di carcere.
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