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sabato 14 settembre 2024
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7 milioni di euro in 10 mesi: il mega yacht A costa troppo per lo Stato

Il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza polemizza per il trattenimento sotto sequestro di A, lo yacht a vela più grande del mondo che appartiene ad Andrej Melnichenko: mantenerlo costa troppo

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Dieci mesi fa, allo scoppio della guerra in Ucraina, lo Stato italiano ha messo sotto sequestro A, il mega yacht del magnate russo Andrej Melnichenko. Un mega yacht da 143 metri che oggi si trova a Trieste ed è la barca a vela più grande del mondo. Una specie di mostro blindato, impenetrabile, che solo per stare fermo in rada ha bisogno di 20 persone di equipaggio.

Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, è preoccupato per le casse dello Stato. Il primo cittadino sostiene che il mantenimento di questa barca sotto sequestro costa troppo, soprattutto nell’ipotesi in cui questi soldi potrebbero non ritornare nelle casse dello Stato.

Mantenere A in effetti è molto costoso. Lo Stato italiano deve pagare l’equipaggio che accudisce la barca che sotto custodia non può deteriorarsi. Bisogna anche fare la manutenzione a tutti gli impianti che permettono alla barca di funzionare e alimentare il suo super generatore che rimane acceso giorno e notte.

Al momento mantenere A sotto sequestro è costato 7 milioni di euro e Dipiazza sostiene anche nell’ipotesi in cui si dovesse riuscire a sequestrare in via definitiva il mezzo, questo non si potrebbe mai vendere perché troppo grande e troppo costoso e per l’Italia sarebbe una remissione totale.

La barca a nuovo è costata 450 milioni di euro.

La possibilità per l’Italia di mettere sotto sequestro in via definitiva la barca è pregiudicata dal fatto che la società alla quale appartiene il mega yacht dichiara di non avere nulla a che fare con Andrej Melnichenko, anche se è difficile sostenere che una barca che è apparsa sulle riviste di tutto il mondo come la barca di Melnichenko per la quale esistono decine di comunicati stampa mai smentiti dallo stesso Melnichenko o dal suo ufficio legale solitamente molto attento, non abbia nulla a che fare con lui.

La norma prevede che nel caso in cui il sequestro non dovesse diventare definitivo e la società proprietaria volesse riavere il mezzo dovrebbe prima pagare tutte le spese di mantenimento e sin tanto che non lo fa, sulla base del diritto di ritenzione che ha un qualsiasi cantiere nei confronti dei mezzi che custodisce, non potrà riavere la barca.

La Guardia di Finanza ha tenuto a rassicurare il sindaco di Trieste, quei soldi non andranno perduti.

© Riproduzione riservata

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