Bisognerà quindi aspettare settembre per sapere se la prossima Coppa America si correrà su dei multiscafi o su dei monoscafi supertecnologici.
Nello stesso comunicato però, c’era, oltre allo spostamento della pubblicazione del protocollo a settembre, una notizia importante che influirà molto sulla prossima Coppa America: in rispetto al Deed of Gift, l’atto di donazione che sta all’origine della Coppa America e che ne stabilisce le regole generali, Team New Zeland e Luna Rossa hanno stabilito che la prossima Coppa tornerà al concetto di nazioni.
La 36esima Coppa America sarà una sfida tra Yacht Club che hanno come caratteristica principale la loro appartenenza a una nazione. Si tornerà quindi ai team nazionali dove gli stranieri saranno esclusi, niente più salti per i giovani Roussel Coutts da un team all’altro, niente più perdita di identità.
Le barche dovranno essere costruite nella nazione di appartenenza dello Yacht Club e i membri del team dovranno avere la stessa nazionalità.
Non conterà più solo il portafoglio del proprietario del team, ma anche quello che la nazione rappresentata può offrire in fatto di tecnologia e di capacità veliche dei suo atleti.
Questa decisione metterà fuori dai giochi molti velisti che appartengono a nazioni che non parteciperanno alla sfida e darà molto potere contrattuale ai team, perché l’atleta non potrà decidere di partecipare alla Coppa con un team straniero, se vorrà fare la Coppa America dovrà farla con uno dei team nazionali che hanno lanciato la sfida. Ma un team nazionale significa anche maggiore partecipazione del pubblico nazionale e di conseguenza un maggiore interesse da parte degli sponsor.
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