Si tratta di accendini, buste, bottiglie di plastica e reti da pesca alla deriva portate dalla corrente. Sono quest’ultime le più difficili da smaltire e le più dannose per l’ambiente.
I sommozzatori della missione si sono detti scioccati per la quantità di spazzatura che la corrente può portare su questi atolli che fanno parte di un parco nazionale integrale.
Solo per liberare il fondale davanti ad una spiaggia incontaminata di una delle isole degli atolli da una rete da pesca lunga 28 metri e pesante 11 tonnellate che dalla superficie scendeva sino a 16 metri di profondità, ci sono voluti due giorni di lavoro.
Le reti, costruite apposta per catturare pesci, continuano a fare il loro mestiere anche quando vengono lasciate alla deriva. Questi mostri di nylon catturano tartarughe, delfini, squali e qualsiasi altro tipo di pesce che ha la sventura di avvicinarsi alle sue maglie.
Le reti alla deriva solitamente sono i resti di uno strascico sfortunato, reti che si incagliano o si rompono e che richiedendo troppo lavoro per essere riportate a terra, comunque inutilizzabili, i pescatori preferiscono abbandonarle in mare.
Tutti gli anni il NOAA porta avanti una missione di pulizia degli atolli, occasione nella quale i ricercatori, oltre che fungere da spazzini, raccolgono anche dati e campioni sulla vita delle isole. Negli ultimi anni, secondo i dati raccolti, la quantità di spazzatura raccolta sta crescendo vertiginosamente.
Le cose sono due, o qualche corrente al largo ha cambiato il suo corso, o gli uomini producono più spazzatura. Determinare quale sia il danno minore è difficile.
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