
Lungo 31 metri, affilato come una lama e progettato per spingersi dove pochi multiscafi hanno osato, Anahita è uno dei trimarani più avanzati mai costruiti per la navigazione d'altura. Non si tratta solo di un maxi-multiscafo spettacolare, ma di un laboratorio galleggiante progettato dallo studio parigino VPLP in cui architettura navale, ingegneria dei compositi e sistemi digitali di ultima generazione si fondono in un’unica visione: andare veloci, ovunque, con controllo totale.

Lo scafo centrale, costruito in materiali compospositi ad alta resistenza, è accompagnato da due scafi laterali che massimizzano la stabilità anche alle velocità più elevate. Le forme sono radicali, tese a ridurre al minimo la resistenza e a garantire assetto perfetto in tutte le condizioni. L’ampia superficie velica, gestita da un piano di coperta completamente ottimizzato, permette ad Anahita di raggiungere velocità che superano facilmente quelle di molti maxi-monoscafi da regata.
La piattaforma larga garantisce rigidità strutturale e un comportamento sicuro anche in oceano aperto, dove il trimarano può mantenere medie impressionanti grazie a un equilibrio studiato in ogni dettaglio.
Tecnologie che fanno la differenza
Anahita non è solo potenza. È soprattutto controllo. A bordo si trovano sistemi elettronici avanzati per la gestione delle vele, sensori che monitorano in tempo reale carichi, angoli di incidenza e forze dinamiche, oltre a un software dedicato che assiste l’equipaggio nell’assetto ottimale in base al vento e alle onde.
Il timoniere ha a disposizione una strumentazione degna di un prototipo da Coppa America: display integrati, analisi istantanee delle performance, gestione automatizzata dei foil (se installati) e un’interfaccia progettata per minimizzare il rischio di errore umano.
Interni minimalisti ma sorprendemente confortevoli
Anche se Anahita è una macchina progettata per correre, gli interni non sono lasciati al caso. Lo spazio a bordo è pensato per garantire funzionalità e comfort durante lunghe navigazioni. Linee pulite, materiali tecnici, peso ridotto in ogni elemento e un’organizzazione degli spazi che privilegia la sicurezza: ogni scelta riflette una visione coerente tra performance e abitabilità.

Tre cabine matrimoniali con bagno dedicato sul ponte di coperta e una grande cabina armatoriale nel ponte sottostante, insieme ai locali equipaggio e alla cucina, fanno di Anahita uno dei trimarani più spaziosi mai costruiti, anche se il volume interno sviluppato sullo scafo centrale di 31 metri corrisponde in realtà a quello che potremmo trovare in un monoscafo molto più corto.
La cabina armatoriale, le cuccette per l’equipaggio e la zona tecnica seguono un approccio quasi aeronautico, dove nulla è superfluo e tutto serve a uno scopo preciso.
Una barca per chi vuole spingersi più lontano
Trimarani di queste dimensioni si contano sulle dita di una mano. Anahita rientra in quella categoria di mezzi pensati per attraversare oceani con medie altissime, per affrontare condizioni dure e per offrire un’esperienza di navigazione che pochi al mondo possono permettersi. Non è un semplice yacht: è un simbolo di ingegneria avanzata, un manifesto di ciò che la tecnologia può fare quando viene applicata alla vela con ambizione e competenza.
Oggi Anahita rappresenta una delle punte più avanzate del settore. Domani potrebbe diventare la base per nuove generazioni di multiscafi capaci di unire velocità, efficienza e sostenibilità. La direzione è chiara: materiali sempre più leggeri, sistemi più intelligenti, impianti ibridi per ridurre consumi ed emissioni e una crescente integrazione tra dati e navigazione.
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