Una giornata di caldo e relax si è trasformata in tragedia ieri pomeriggio sulle rive del Lago d’Iseo. Intorno alle 17, nei pressi del Molo 31, una donna di 64 anni è stata investita fatalmente da una barca a motore mentre faceva il bagno ed è deceduta davanti agli occhi del marito.
La vittima, Frisca Lisa Laygo, di origini filippine e residente a Predore da circa trent’anni, era una presenza familiare nella comunità locale. Stava nuotando proprio di fronte al bar Molo 31, insieme al marito e al loro piccolo cane, quando una barca in ripartenza, dopo aver attraccato per far scendere dei passeggeri, ha effettuato una manovra e l’ha colpita, probabilmente tra testa e collo.
Il conducente del mezzo, un uomo di circa 43 anni, secondo i testimoni non si sarebbe accorto della presenza della donna in acqua. Il corpo è affiorato solo dopo alcuni istanti, attirando l’attenzione degli altri bagnanti, che immediatamente hanno lanciato l’allarme.
Uno dei presenti si è tuffato per recuperare il corpo, portandolo a riva, dove un’altra persona ha praticato il massaggio cardiaco per diversi minuti. Purtroppo, nonostante l’arrivo tempestivo dei soccorsi – con Camunia Soccorso, un'automedica e i carabinieri della compagnia di Clusone – il decesso è stato constatato sul posto.
Indagini e accertamenti in corso
Le autorità hanno avviato accertamenti per ricostruire la dinamica dell’incidente e valutare eventuali responsabilità. Il pubblico ministero di turno è stato informato, ed è stata aperta un’indagine per omicidio colposo. La barca è stata sequestrata, mentre alcuni testimoni e i familiari della vittima – marito, figlio e nuora – sono stati ascoltati per chiarire le circostanze del dramma.
Il ricordo di Frisca Lisa Laygo
Frisca Lisa Laygo era una casalinga appassionata di arte e giardinaggio, laureata all’Accademia delle Belle Arti di Manila e integrata nella vita del paese sul Sebino. La sua scomparsa ha scosso profondamente la comunità locale.
Sicurezza sulle acque: un monito doloroso
L’episodio richiama con forza l’importanza di regole più stringenti per separare le aree di balneazione dai percorsi delle imbarcazioni, soprattutto in spazi affollati. Limitazioni di velocità, segnalazioni chiare in acqua e un’attenzione costante da parte dei conducenti potrebbero prevenire simili tragedie.
Sugli specchi d’acqua condivisi, sicurezza e rispetto reciproco non possono restare opzionali. La perdita di una vita – e di una persona nota e stimata – potrà forse servire come ammonimento, perché nessuna vacanza al lago si trasformi più in giorno di dolore.
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