Volumi interni esagerati, un grande pozzetto, eleganza e buone prestazioni. Ti parliamo della nostra prova in mare del Dufour 37. [VIDEO]
GUIDE DI CHARTER
Dufour 37, un 33 piedi molto particolare
Se parliamo del Dufour 37, la prima cosa da dire è che non si tratta di un 37 piedi, ma di un 33 piedi (poco meno di 33 piedi, perché la lunghezza dello scafo è di 9,98 metri). Un 33 piedi molto particolare e per molti aspetti fuori dal comune, ma comunque un 33 piedi. Tutti i cantieri sulla carta hanno la tendenza ad allungare le barche imponendo nomi che non rappresentano quasi mai la vera dimensione dello scafo, ma forse Dufour questa volta ha esagerato.
Questo accade se osserviamo la questione da un puro punto di vista metrico, ma se prendiamo in considerazione la barca nel suo insieme ci rendiamo conto che quel nome, almeno dal punto di vista della volumetria della barca, ha una sua ragione d’essere. Se mettiamo a confronto l‘Oceanis 34.1 (9,98 metri) con il Dufour 37 (9,98 metri), ci accorgiamo che la seconda è molto più grande della prima.
Tanto più grande da avere una cabina di prua con letto a isola d
e, contro la cabina dell’Oceanis 34.1 che ha il classico letto a V sul quale per salire, bisogna saltarci su. Viene naturale chiedersi che barca sia il Dufour 37. Per capirlo abbiamo provato la barca, l’abbiamo studiata e ci siamo confrontati con Luca Venica, uno dei più importanti dealer della Dufour e con Umberto Felci, il progettista della barca. Partiamo dall’inizio. Umberto Felci ci racconta che tutto inizia quando il cantiere richiede al suo studio di progettare una barca con un pozzetto significativamente più ampio rispetto al modello che il Dufour va a sostituire, ovvero il Dufour 360 GL. “Allo stesso tempo, però – ci dice Felci – la Dufour voleva un maggior volume all’interno”. In pratica i dirigenti di Dufour stavano chiedendo a Felci di calarsi nei panni di Mago Merlino e di fare una magia ricavando misure dove queste non c’erano. Fortunatamente per loro, grazie alle abilità di Felci che sembra avere qualcosa del Mago Merlino ed una buona dose di ingegno italico, il problema del pozzetto più lungo è stato risolto partendo dalla prua. E’ noto che la prua delle barche deve sacrificare molto volume a favore del pozzo delle ancore. Questo perché, al fine di garantire un
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