Un’elezione che, dopo il ritiro della candidatura di Lamberto Tacoli della CNR avvenuta il 25 marzo scorso in seguito alla fuoriuscita da UCINA di dieci soci prevalentemente cantieri produttori di superyachts, vede un unico candidato, Carla Demaria, Ceo della Montecarlo Yachts di Monfalcone.
Carla Demaria, se sarà eletta, il condizionale è d’obbligo perché sino all’ultimo in UCINA ci saranno trattative per ricomporre la rottura creata dalla fuoriuscita dei dieci soci del 25 marzo, dovrà rifondare un’associazione che in questi ultimi anni ha perso molto in fatto d’immagine e di sostanza.
I fuoriusciti, tra i quali il gruppo Ferretti, il gruppo Azimut e il gruppo comandato da Beniamino Gavio, accusano l’UCINA di voler imporre un presidente che appartiene a un gruppo straniero. Carla Demaria, è, in effetti, il Direttore Generale del Gruppo Beneteau, ma è da diverso tempo nel consiglio direttivo dell’UCINA in quanto Amministratore delegato della Montecarlo Yachts, cantiere di Monfalcone che produce superyacht che è il 5° cantiere italiano per fatturato, mentre il Gruppo Ferretti, uno dei più importanti tra i soci fuoriusciti, ha come azionista di riferimento una società cinese.
La fuoriuscita dei dieci soci UCINA è, in effetti, una forzatura per poter imporre la volontà dei cantieri maggiori su tutti gli altri e mette in serio pericolo un settore che è già distrutto a causa della crisi e della pressione fiscale.
Da più parti si adombra la possibilità che con l’uscita di questi cantieri il salone di Genova possa essere a rischio, ma i grandi cantieri partecipano alla vita dell’associazione pagando quote poco significative la mancanza delle quali sicuramente non inficerà il bilancio economico dell’associazione e del salone nautico, il quale, invece, l’anno scorso ha dimostrato che senza superyacht può vivere molto bene e portare utili.
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