giovedì 14 agosto 2025
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Incendio alla Carbon Line di Fano: danni enormi all'azienda di scafi in carbonio

A Fano un incendio devasta la Carbon Line, azienda di scafi in carbonio. Danni milionari e rischio per l'intero distretto nautico marchigiano.

L'incendio divampato allo stabilimento della Carbon LIne. Decine di barce distrutte
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Una colonna di fumo nero, visibile a chilometri, ha oscurato il cielo sopra Fano. Alle 12:00 circa dell’11 agosto, un incendio di vaste dimensioni è divampato nella sede della Carbon Line, azienda simbolo del distretto nautico marchigiano specializzata nella produzione di scafi e sovrastrutture in materiali compositi come fibra di carbonio e vetroresina.

L’incendio e i soccorsi

Le fiamme sono partite dal tetto della porzione sud del capannone di via De Nicola, estendendosi rapidamente a causa della presenza di resine, solventi e materiali compositi. Otto squadre dei Vigili del Fuoco, supportate da Protezione Civile, polizia locale, droni con termocamere e robot cingolati, hanno operato per ore per domare il rogo, ancora sotto controllo dopo oltre 24 ore di interventi. Fortunatamente non si registrano vittime: un terzista è rimasto ferito a una gamba, ma è stato dimesso in giornata.

La nube tossica ha interessato anche le aree di San Costanzo e zone agricole vicine. Il Comune ha disposto misure urgenti: porte e finestre chiuse, stop ai climatizzatori che introducono aria esterna, sospensione della raccolta delle colture e controlli ambientali su aria, acqua e suolo da parte di ARPA e ARPAM.

Vittime, danni e rischio per la filiera

Il project manager Giovanni Piscopo ha dichiarato che “sono andati in fumo milioni di euro” e che il futuro dell’azienda è incerto. La Carbon Line, fondata nel 2012, impiega oltre 100 lavoratori diretti e circa 200 nell’indotto, con una produzione su 20.000 mq e un fatturato 2023 di 24,6 milioni di euro. Lo stabilimento ospitava stampi, modelli e semilavorati fondamentali per le commesse di clienti come Azimut | Benetti e Ferretti, ora a rischio di ritardi.

Il sindaco Luca Serfilippi, presente nonostante la febbre, ha descritto la disperazione degli operai sul posto. Si ipotizzano ammortizzatori sociali e trasferimenti temporanei di produzione. Sul fronte politico, il consigliere Samuele Mascarin ha chiesto chiarimenti sulle sostanze disperse e le misure adottate, mentre la consigliera regionale M5S Marta Ruggeri ha sollevato la questione della sicurezza sul lavoro e delle implicazioni ambientali. La Lega Fano ha accusato l'opposizione di strumentalizzazione, mentre i Verdi hanno denunciato il rischio di impianti insalubri vicino ai centri abitati.

Conclusioni

L’incendio alla Carbon Line di Fano è un colpo duro per l’intero distretto nautico marchigiano. Il danno economico e produttivo rischia di generare una crisi a catena, con conseguenze su aziende, lavoratori e comunità locali. La ricostruzione richiederà tempo, investimenti e una strategia condivisa per salvaguardare un’eccellenza industriale italiana oggi in gravi difficoltà.

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