Gli indagati avrebbero acquistato un’imbarcazione da dodici metri grazie a fondi statali, che ammontano a 175.000 euro, erogati nell’ambito degli incentivi alla micro-impresa. I due soci avrebbero difatti presentato fatture di acquisto gonfiate e altra documentazione attestante lavori di manutenzione mai eseguiti per ottenere il sussidio. Inoltre, dal controllo dei movimenti bancari degli indagati è emerso che gli stessi gestivano una seconda società di charter, con a capo un altro prestanome, con cui avevano ottenuto un finanziamento statale di 162.000 euro per l’acquisto di un’unità di dieci metri, anch’esso ottenuto attraverso fatture relative a opere di manutenzione mai eseguite.
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