mercoledì 26 novembre 2025
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La figura dello skipper professionisti e il suo ruolo, sono finalmente chiariti

La circolare congiunta MIT e Ministero del Turismo porta finalmente chiarezza su skipper, agenzie di viaggio e responsabilità nella locazione di barche. Ecco cosa cambia nel settore del charter.

Per anni la figura dello skipper professionista è stata incerta e contraddittoria; la circolare del ministero chiarisce il suo profilo e il suo ruolo
Per anni la figura dello skipper professionista è stata incerta e contraddittoria; la circolare del ministero chiarisce il suo profilo e il suo ruolo
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Per molti anni il settore del charter, ovvero della locazione di barche senza equipaggio (distinto dal noleggio, che invece prevede l’affitto della barca completa di equipaggio) è rimasto vittima di una legge insensata, scritta da chi della materia non conosceva nulla e che ha fatto molti danni impedendo al settore di avere lo sviluppo che avrebbe potuto avere.

Ultimamente con un intenso lavoro di lobby, alcune associazioni sono riuscite a indirizzare alcuni cambiamenti. L’arrivo, pochi gironi fa, di una circolare congiunta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero del Turismo, pur non avendo valore di legge, ha finalmente riportato ordine in una materia che per troppo tempo è rimasta sospesa tra interpretazioni divergenti e controlli severi.

La circolare, scritta in legalese ministeriale, è poco comprensibile a chi non è addetto ai lavori. Per interpretarla e capirla ci siamo quindi rivolti a due specialisti: l’avvocato specializzato in diritto marittimo Enrico Vellucci e la commercialista Federica Amodio, specializzata in argomenti di carattere marittimo e nautico. I due ci hanno chiarito molti punti e reso più semplice spiegare quanto contenuto nella circolare.

Il ruolo delle agenzie di viaggio

Una delle prime questioni che la circolare del ministero affronta riguarda il ruolo delle agenzie di viaggio. Molti hanno dato per scontato che, vendendo pacchetti turistici che includono una barca, queste diventassero automaticamente responsabili anche della navigazione. La circolare chiarisce invece che non è così: l’agenzia non è un armatore, non gestisce la navigazione e non risponde delle eventuali violazioni. Il suo compito è quello di intermediario, un ponte che collega il cliente che desidera una vacanza in mare con chi mette a disposizione la barca e, se necessario, con lo skipper. Tutto qui. Una funzione semplice ma essenziale, che la normativa riconosce come distinta e separata da quella di chi realmente opera nel settore nautico.

La figura dello skipper nei contratti di locazione

Il cuore del problema, però, non è mai stato il ruolo delle agenzie. La parte più delicata riguarda la figura dello skipper all’interno dei contratti di locazione. Per anni, molte società di charter hanno proposto ai clienti la formula “barca in locazione con skipper”, facendo però ricadere sul cliente stesso l’onere di assumere formalmente il comandante. Nella pratica, questo skipper era scelto, suggerito o imposto dalla società, ma sulla carta veniva ingaggiato dal cliente, che senza rendersene conto diventava “armatore di fatto” con tutti i rischi e le responsabilità previsti dalla legge.

È proprio questo meccanismo che ha portato spesso la Guardia Costiera a contestare queste operazioni come un “noleggio mascherato”, sostenendo che il contratto di locazione venisse usato per nascondere un’attività di noleggio vero e proprio, soggetta a regole più precise e più rigide. Le contestazioni riguardavano soprattutto il titolo professionale del comandante, il limite dei dodici passeggeri e il rispetto delle norme di sicurezza e di lavoro marittimo.

Cosa chiarisce la nuova circolare sul rapporto tra cliente e skipper

In questo contesto la nuova circolare offre una lettura più realistica e aderente alla pratica quotidiana. Secondo l’interpretazione proposta, il cliente può assumere direttamente uno skipper professionista, anche se il suggerimento del nome del professionista è arrivato tramite l’agenzia di viaggi. L’importante è che il rapporto tra cliente e skipper sia regolato da un contratto autonomo di collaborazione professionale, distinto da quello di locazione della barca. In questo modo la figura dello skipper entra nella locazione senza trasformarla automaticamente in un noleggio e senza creare il sospetto di un’attività abusiva. La responsabilità della navigazione resta sempre in capo al cliente-locatore, come previsto dalla legge, mentre lo skipper svolge una prestazione di supporto, mettendo a disposizione la sua competenza, non un risultato garantito.

Questa lettura permette finalmente di superare molti equivoci del passato. Per anni qualunque riferimento a uno “skipper di gradimento” era considerato indizio sufficiente per far scattare accuse di noleggio irregolare. Oggi, invece, diventa chiaro che il cliente può farsi affiancare da un professionista qualificato, regolando tutto attraverso contratti trasparenti e coerenti, e senza che la presenza dello skipper alteri la natura della locazione.

La proposta di un registro professionale degli skipper

Nella parte finale del suo ragionamento, l’avvocato Enrico Vellucci suggerisce una riflessione più ampia: questa nuova interpretazione valorizza lo skipper come figura professionale autonoma e qualificata. Forse, proprio per questo, il settore dovrebbe iniziare a pensare a un elenco professionale, una sorta di registro che raccolga titoli, esperienze, assicurazioni e competenze specifiche di ogni skipper. Non un albo pubblico in senso stretto, perché una legge oggi non lo prevede, ma uno strumento di settore capace di portare trasparenza, tutelare chi lavora in modo regolare e offrire ai clienti una scelta più consapevole.

L’idea potrebbe sembrare ambiziosa e certamente richiede tempo, confronto e collaborazione, ma risponde a un’esigenza reale: rendere il mercato del charter più limpido, sicuro e professionale. La circolare, forse senza volerlo, apre la strada proprio in questa direzione. E se da un lato offre agli operatori regole più chiare, dall’altro restituisce agli skipper il posto che meritano: quello di professionisti riconosciuti, non figure da incastrare a forza in schemi contrattuali che non li rappresentano.

Conclusione

In un settore dove ogni estate migliaia di persone vivono le loro vacanze grazie al lavoro silenzioso di chi naviga, interpreta la normativa e garantisce sicurezza, la chiarezza non è mai un dettaglio. È un passo avanti per tutti.

© Riproduzione riservata

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