
Il 50enne voleva fare una rotta inconsueta per un solitario, partito nell’agosto del 2017, era arrivato a Gibuti, nel corno d’Africa, da dove era ripartito per far rotta verso l’indiana Goa. Nella traversata aveva incontrato poco vento, cosa che aveva allungato il suo viaggio di molti giorni, e quando aveva capito che non ce l’avrebbe fatta a raggiungere Goa con l’acqua che aveva a bordo, piuttosto ingenuamente si era diretto sul porto più vicino con l’idea di fare acqua e ripartire.
Quando in Yemen si dice che un uomo è stato arrestato è come se questo fosse stato rapito, nessuno sa dove i prigionieri stranieri sono portati, e tutto dipende da quale milizia ha operato.
In un posto dove si uccide anche solo per gioco, la vita umana vale poco e nulla e riuscire a liberare qualcuno è un lavoro molto lungo che la diplomazia francese ha portato avanti nel silenzio più assoluto sollecitata dalla pressione che la famiglia di Alain ha fatto attraverso i mass media.
E’ stata coinvolta, fa sapere l’Eliseo, l’Arabia Saudita e l’Oman che i francesi hanno ringraziato per l’opera svolta.
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