
Chiusa l'inchiesta sulla morte di Adrienne Vaughan, cittadina americana e dirigente della casa editrice che pubblica Harry Potter, morta nell’agosto del 2023 ad Amalfi nello scontro tra un gozzo Aprea di 12 metri, sul quale si trovava con marito e figli per una gita, e il veliero Tortuga, lungo 45 metri, con a bordo 85 turisti tedeschi.
Il procuratore Giuseppe Borrelli ha iscritto nel registro degli indagati quattro persone, tra cui Elio Persico, skipper del gozzo, e i titolari della società armatrice. Le ipotesi di reato sono pesanti.
Il tragico incidente al largo di Amalfi, che scosse l’atmosfera estiva dell’Italia in vacanza e occupò le prime pagine dei giornali costò la vita a Vaughan, 45 anni, caduta in mare durante l’impatto tra le due imbarcazioni.
Finita tra lo scafo del gozzo e quello del veliero non ebbe scampo: fu travolta dall’elica del gozzo che, lo skipper della barca, non aveva fermato.
Le indagini si concentrarono da subito sulla figura di Persico risultato positivo ai test per alcol e sostanze stupefacenti.
Cocaina e alcol nel sangue dello skipper: cosa è successo prima dello schianto La sostanza ritrovata nel sangue di Persico è cocaina, assunta insieme a una quantità elevata di alcol. Lo stato psicofisico dello skipper risulta essere fortemente compromesso: le sue capacità di reazione erano notevolmente rallentate.
Il marito di Adrienne Vaughan, Mike White, ha dichiarato pochi giorni fa in un’intervista a un quotidiano che quella mattina Persico avrebbe improvvisamente accelerato la corsa del gozzo. Nonostante fosse evidente la rotta di collisione con il veliero, non avrebbe fatto nulla per evitarla né per rallentare, finché non si è schiantato contro il Tortuga a una velocità di 15 nodi.
La dinamica della collisione e il ruolo dello skipper
Chiunque navighi sa che una collisione a 15 nodi, per quanto in questo caso l’angolo di impatto fosse molto ampio e la barca sia stata rimbalzata sullo scafo del veliero, comporta danni gravissimi.
Nell’impatto, Adrienne Vaughan cade in acqua tra le due barche, e lo skipper - che secondo alcuni testimoni ancora oggi non si è ripreso - non spegne i motori e lascia che l’elica continui a girare.
Sarà proprio questa a uccidere la donna. Con Adrienne Vaughan cade in acqua anche la figlia Leanna, che però ne esce indenne: si trova sul bordo opposto e riesce ad allontanarsi dal gozzo.
L’accusa cercherà di dimostrare che, se Persico non si fosse trovato in condizioni psicofisiche alterate, l’incidente non si sarebbe verificato e la donna sarebbe ancora viva.
I tentativi di depistaggio e la manomissione delle prove
La procura ha accusato i titolari della società proprietaria del gozzo, la Daily Luxury Boat, Beniamino Mellino e Rosa Caputo, di avere assoldato un sub per recuperare il timone della barca al fine di manomettere le prove e quindi riportarlo in acqua.
Il tentativo di depistaggio viene scoperto con una certa facilità grazie al lavoro dei periti che hanno investigato sul relitto.
Insieme ai due titolari della società è stato iscritto nel registro degli indagati anche l’amministratore della società, Enrico Staiano.
Oltre al timone c’è stato un secondo tentativo di depistaggio. Dal relitto sono scomparse le targhette che riportano il numero di scafo, targhette successivamente ricomparse ma con numeri diversi appartenenti a una barca gemella.
Le accuse: omicidio colposo, frode e violazione della custodia giudiziaria
Le ipotesi di reato contestate a vario titolo spaziano dall’omicidio colposo alla frode processuale, fino alla violazione dei doveri di custodia giudiziaria. Particolarmente grave appare la posizione dello Skipper.
Il prossimo passo dell’inchiesta dovrebbe essere il rinvio a giudizio degli indagati.
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