Il giorno dopo, il 13, D’Agostino si è recato in ufficio che si trova nel porto armato di coltello e di una tanica di benzina.
Mentre all’interno dell’ufficio si teneva una riunione con i due dirigenti che erano oggetto dell’ira dell’uomo, Simona Ferrando, direttrice della Finale Ligure, e Michele Scarlatti, responsabile tecnico, D’Agostino fuori dalla costruzione incontrava un collega e senza preavviso lo accoltellava.
Le persone nell’ufficio hanno sentito il collega gridare e chiedere aiuto e hanno aperto la porta, il collega è entrato ma con lui anche il D’Agostino che ha iniziato a tirare fendenti verso i colleghi, ferendo al fianco il responsabile tecnico. Gli altri hanno spinto fuori il D’Agostino ma nel farlo sono stati feriti alle braccia.
Cacciato fuori, D’Agostino ha rotto un vetro della costruzione, versato all’interno della benzina e appiccato il fuoco, quindi è fuggito.
Dall’ufficio che molto velocemente si è riempito di fumi tossici, sono scappati tutti tranne un consulente esterno che si trovava lì per la riunione, il quale quando D’Agostino ha fatto irruzione nell’ufficio, si era rifugiato in un altro locale e lì era rimasto intrappolato.
A salvarlo, l’intuizione e il coraggio del vicecomandante della locale stazione dei carabinieri, il Maresciallo Fiorinelli, che nell’attesa dell’arrivo dei vigili ha sfondato un vetro e scaricato addosso all’uomo che si trovava all’interno il contenuto di un estintore per cercare di isolarlo dalle fiamme.
L’uomo è stato poi salvato dai vigili del fuoco che sono entrati nell’edificio.
Francesco D’Agostino è stato poi catturato dai carabinieri. Le accuse dovrebbero essere tentato omicidio e incendio.
Per quanto riguarda i suoi colleghi, nessuno è in pericolo di vita anche se sono stati tutti ricoverati per le ferite da taglio e l’intossicazione per i fumi respirati prima della fuga.
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