I velisti si rendono conto più di altri di come il clima stia cambiando e della velocità con cui lo sta facendo
Anno dopo anno il nostro mondo sta cambiando. Le previsioni metereologiche sono diventate meno attendibili e alcuni eventi più violenti. Fortunatamente i cambiamenti maggiori si stanno verificando nelle stagioni fredde quando in mare ci si va di meno, ma ciò non toglie che oggi bisogna fare più attenzione di ieri.
I negazionisti del clima dovrebbero fare i velisti per rendersi conto di quanto il clima è cambiato e di come alcune periodicità una volta considerate granitiche, oggi sono perse. I più anziani si ricorderanno quando ad agosto, immancabilmente, subito dopo la metà del mese, l’anticiclone delle Azzorre si rompeva e arrivavano tre giorni di cattivo tempo e temporali, passati i quali, il tempo si ristabiliva fino a tutto settembre, metà ottobre.
Oggi quei temporali di mezza estate sono un ricordo. I temporali che abbiamo sperimentato nelle ultime dieci estate sono arrivati nei momenti più disparati senza una periodicità precisa e sono durati un giorno come una settimana.
Forse dovremmo sperare che la vela si diffonda di più tra i politici del mondo.
Proprio perché noi velisti tocchiamo con mano, più di altri, il clima che cambia, dobbiamo impegnarci di più a far sì che tutti si rendano conto delle velocità di questi cambiamenti e fare del contrasto a questo fenomeno un tema prioritario.
Purtroppo c’è da dire che noi europei possiamo poco. L’Europa è il continente più virtuoso del mondo. Da questo punto di vista il nostro contributo all’inquinamento e al rilascio di gas serra è ormai estremamente basso e non potrà migliorare di molto.
Chi dovrebbe svegliarsi sono paesi come gli Stati Uniti, l’India e la Cina che sono i maggiori produttori di gas serra e inquinamento atmosferico. Purtroppo i politici di questi paesi non sembrano essere particolarmente sensibili al tema. Forse dovremmo sperare che la vela si diffonda di più tra i politici del mondo.
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