Tecniche per navigare a vela in acque poco profonde
Se si sta per navigare a vela in acque poco profonde, sia che la propria barca abbia una chiglia sollevabile o fissa e profonda, è assolutamente fondamentale eseguire una pianificazione preventiva della rotta, dei rischi e dei possibili scenari. Questo vale soprattutto se ci si trova in luoghi sconosciuti.
La situazione di rimanere in qualche modo incagliati nel fondale o arenati non è da prendere alla leggera. Il motore della barca naturalmente aiuta, anche perché il vento potrebbe non soffiare sempre da una direzione conveniente.
Ecco allora come prepararsi a dovere e come gestire la navigazione a vela in acque poco profonde.
Strumenti e attrezzature giuste aiutano
Per affrontare i bassi fondali è bene avere una buona dotazione di strumenti e attrezzature. Per prima cosa serve una carta nautica della zona, possibilmente a grande scala per avere la maggior parte de
Login
Se sei già registrato fai il login per leggere l'articolo.
More than 100+ articles.
Registrati
Registrati per leggere i contenuti riservati ai nostri iscritti.
Tecniche per navigare a vela in acque poco profonde
Se si sta per navigare a vela in acque poco profonde, sia che la propria barca abbia una chiglia sollevabile o fissa e profonda, è assolutamente fondamentale eseguire una pianificazione preventiva della rotta, dei rischi e dei possibili scenari. Questo vale soprattutto se ci si trova in luoghi sconosciuti.
La situazione di rimanere in qualche modo incagliati nel fondale o arenati non è da prendere alla leggera. Il motore della barca naturalmente aiuta, anche perché il vento potrebbe non soffiare sempre da una direzione conveniente.
Ecco allora come prepararsi a dovere e come gestire la navigazione a vela in acque poco profonde.
Strumenti e attrezzature giuste aiutano
Per affrontare i bassi fondali è bene avere una buona dotazione di strumenti e attrezzature. Per prima cosa serve una carta nautica della zona, possibilmente a grande scala per avere la maggior parte dei dettagli sottomano, sia che si tratti di un'insenatura o una laguna, un canale o un delta di un fiume.
Poi è importante avere un ecoscandaglio manuale o elettronico, un plotter, quindi una bussola e una tavola delle maree aggiornata.
Altrettanto utili sono un'ancora di prua, complementare a quella principale, più leggera e con una cima attaccata, poi un tender e infine una vanga per scavare al fine di liberare la chiglia o un timone quando le cose vanno storte.
Studiare la zona e lavorare in squadra
La fase prioritaria della pianificazione consiste nel segnare sulla carta nautica eventuali punti critici, come secche e maree e riporla in una cover impermeabile affinché possa essere letta in pozzetto in tutta sicurezza. Oppure segnare il tutto sul plotter.
La natura del fondale, ossia se è morbido perché costituito da sabbia, alghe o fango, oppure duro con rocce e ghiaia, è importante.
In particolare rocce e coralli sono da tenere in maggiore considerazione per i potenziali danni all'imbarcazione.
Prima di entrare in una zona di secca, è sempre bene essere pronti e dividere i compiti tra i membri dell’equipaggio.
Chi è al timone può seguire bussola e carta nautica, un altro potrebbe monitorare lo scandaglio, mentre qualcuno potrebbe stare a prua di vedetta e altri pronti a manovrare le vele.
Bisogna lavorare in squadra. È assolutamente fondamentale ridurre la velocità e procedere con cautela, lentamente, diciamo al massimo 2-3 nodi.
Come affrontare le acque basse
Non ci si deve aspettare che l'acqua più profonda corrisponda esattamente alla carta nautica: è molto probabile che le correnti possano spostare anche di poco le linee batimetriche riportate da quando sono state tracciate.
Si possono anche scandagliare i fondali con una lunga asta oppure un piombo legato a una cimetta.
E’ importante individuare il punto più basso del fondale e spostarsi sul lato destro o sinistro dello stesso, in modo da poter sempre dirigersi in acque più profonde.
Se il vento è forte, è bene cercare di stare sul lato sopravvento della secca, in modo da avere possibilità di manovra.
In caso di incaglio: come uscirne
Sulla maggior parte delle piccole imbarcazioni, se ci si incaglia dolcemente è possibile liberarsi aggrappandosi alle sartie e sbandando la barca con il peso dell'equipaggio o issando le vele e calandole.
Questa tecnica però non funziona per le barche con chiglia fissa. Se si è certi della profondità e non si vuole affondare nel fango, anche saltare giù dalla barca e spingerla via può funzionare.
In caso di forte incaglio, potrebbe essere necessario utilizzare l'ancora di prua, portata in gommone fino all'acqua profonda, per tirare fuori la barca, soprattutto se si tratta di un'imbarcazione pesante.
Bisogna fare attenzione a potenziali pericoli come alghe, cime intorno all'elica e problemi di surriscaldamento del motore dovuti all'aspirazione di qualche oggetto o detrito nel sistema di raffreddamento.
Mettere un'imbarcazione in acque poco profonde con la possibilità di fare danni non è piacevole e se qualcosa va storto può essere un incubo.