Secondo Louise Patten, oggi 56 anni, a causare il naufragio del Titanic fu un errore di manovra. Come spiega la scrittrice inglese, figlia anche dell'ex ministro dell'Istruzione John Patten, in quel periodo storico (1912) si viveva un momento di transizione tra la navigazione a vela e quella a vapore. L'equipaggio veniva probabilmente dalla vecchia scuola e quando l'iceberg fu avvistato, il panico scoppiato in cabina di comando causò l'errore fatale. Il primo ad avvistare l'enorme massa di ghiaccio sarebbe stato l'ufficiale in prima William Murdoch, dando subito l'ordine “Tutto a dritta”. Seguendo le vecchie riminiscenze veliche, ovvero di condurre con la barra, il timoniere Robert Hitchens avrebbe indirizzato la prua della nave verso il lato sbagliato, puntando quindi l'iceberg. L'errore sarebbe stato corretto immediatamente, ma ciò non fu sufficiente per evitare la collisione.
Sempre secondo la Patten, in quelle ore avvennero altri episodi poco chiari. Ad esempio, il presidente della compagnia armatrice White Star, Bruce Ismay, avrebbe ordinato all'equipaggio di continuare la navigazione anche dopo lo scontro con l'iceberg per evitare danni d'immagine alla propria società. Ciò, tuttavia, anticipò soltanto il momento dell'affondamento e, calcolando che la nave più vicina al Titanic si trovava a quattro ore di distanza, probabilmente impedì alle 1.517 vittime di salvare la propria vita.
“Mio nonno Charles Lightfoller – ha detto Louise Patten – decise di ubbidire al proprio codice d'onore e non rivelare mai una verità che avrebbe potuto distruggere la compagnia White Star, della quale era dipendente. L'unica persona a cui confidò questa storia fu Sylvia, mia nonna, che mi descrisse con precisione come andarono le cose. Per anni ho mantenuto questo segreto, come mi chiese di fare mia madre. Lei, infatti, non voleva rovinare la reputazione di un eroe (a Charles Lightfoller fu riconosciuta una medaglia al valore per la battaglia di Dunkerque nella seconda guerra mondiale, ndr)”.
© Riproduzione riservata