Altre 150 tonnellate invece, sono rimaste invendute, ed ora verranno sottoposte a specifici test, per valutarne la contaminazione chimica. L’inquinamento del mare potrebbe non rendere commestibile questa carne, che invece,doveva essere venduta in Giappone. Sull’argomento si è espresso Alessandro Gianni, responsabile della campagna Mare di Greenpeace: “Non esistono giustificazioni né scientifiche, né economiche, né ambientali per spiegare tutto ciò. L’Islanda sostiene che la caccia alle balene è sostenibile, ma cosa c’è di sostenibile nell’uccidere animali in via di estinzione e poi gettarli nelle discariche?”.
Intanto in Giappone sta per ricominciare la stagione di pesca della balena. Greenpeace, con la nave Esperanza, navigherà verso l’Oceano Pacifico nel tentativo di fermare questo scempio.
© Riproduzione riservata