martedì 25 marzo 2025
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Mare inquinato? Legambiente punta il dito contro l'abusivismo edilizio

Secondo l'associazione, nel 2007 i reati ai danni del mare e delle coste nazionali sono stati 14.315, quasi due per ogni chilometro

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Roma - Il peggior nemico del mare? Per Legambiente non c'è dubbio: il cemento. L'associazione ambientalista ha presentato ieri i risultati di “Mare Monstrum”, un rapporto sullo stato di salute delle acque italiane che evidenzia come l'abusivismo edilizio sia il principale fattore che ne mette a repentaglio l'incolumità.
Secondo questo studio, nel 2007 i reati ai danni del mare e delle coste nazionali sono stati 14.315, quasi due per ogni chilometro. Se rispetto all'anno precedente sono diminuite le infrazioni (nel 2006 erano 19.063), è invece triplicato il numero dei colpevoli (+276 per cento) e sono cresciuti anche i sequestri (+2,9 per cento). Principali colpevoli di questi dati allarmanti, che comprendono anche inquinamento, pesca di frodo e infrazioni al codice della navigazione, sono appunto i “mattoni illegali” con quasi 4.000 irregolarità, oltre 5.000 denunce e 1.399 sequestri. Il primato regionale negativo spetta alla Campania (2.355 infrazioni, 2.697 denunce e arresti, 778 sequestri), seguita in ordine da Puglia, Sicilia e Calabria.
Ma la denuncia di Legambiente non si ferma qui. In “Mare Monstrum” compare anche una lista di ecomostri, con l'Hotel Alimuri a Vico Equense (Napoli) e il villaggio abusivo di Torre Mileto (Foggia) ai primi posti. Gli ambientalisti precisano inoltre che “il fenomeno è diffuso omogeneamente sugli oltre 7.000 chilometri di costa italiana. Un esempio su tutti? L'abusivismo edilizio lungo i 38 chilometri della riserva marina di Capo Rizzuto (Crotone)”.
Preoccupano infine anche le statistiche su scarichi e sistemi di depurazione (1.916 infrazioni accertate, 1.966 persone denunciate o arrestate e 737 sequestri), nè godono di miglior salute le acque fluviali; il 47 per cento delle foci campionate è risultato gravemente inquinato, il 27 per cento solo leggermente e in ben 28 corsi d'acqua è stata riscontrata una contaminazione batterica dieci volte superiore ai limiti imposti dalla normativa sulla balneazione.

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