Il variopinto popolo dell’ARC anche quest’anno, nonostante il Covid, ha voluto sottolineare come in mare non c’è pandemia e di come la barca sia il luogo più sicuro in assoluto per stare con la famiglia.
Nonostante questo però sono state 60 le barche sulla linea di partenza. Questo significa che altre 140 hanno rinunciato; nell’edizione 2019 alla partenza si erano presentati 200 equipaggi.
Tutti i partecipanti prima di partire hanno dovuto fare il tempone e dimostrare di essere Covid free. La traversata sarà considerata dalle autorità di S. Lucia ai Caraibi come periodo di isolamento, quindi l’equipaggio, una volta giunto dall’altra parte dell’Atlantico, non dovrà fare la quarantena richiesta a chiunque entri nel paese.
La flotta, subito dopo la partenza, almeno nella sua componente di barche da crociera, si è diretta verso sud a cercare gli Alisei, quell’autostrada di vento che li porterà dritti a S. Lucia ai Caraibi, a 2.700 miglia da dove sono partiti e dall’altra parte dell’Atlantico.
Altra storia riguarda il gruppetto di testa di super agguerriti con le loro barche preparate per mesi sino all’ultima drizza. Questi sceglieranno altre rotte perché per loro ARC significa arrivare primi, anche se lo spirito di questo rally non è propriamente quello della regata.
Le barche da crociera dovrebbe impiegare per fare la traversata tra i 18 giorni delle barche più veloci ai 21-22 giorni delle barche più lente.
L’ARC contempla anche la ARC +, una rotta alternativa e più lunga che fa scalo a Mindeo a Capo Verde.
Circa 100 velisti sono partiti l’8 novembre per percorrere quella rotta per poi riunirsi alla flotta principale, ma quest’anno il Covid ha giocato loro un brutto scherzo. Per lasciare Mindeo, la capitale dell’arcipelago di Cape Green, bisogna aver fatto un tampone, ma sull’isola non ci sono tamponi sufficienti, quindi gli equipaggi sono fermi in porto, anche se sarebbero molto più sicuri in mare in navigazione.
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