
Un riscontro concreto, che dimostra come in Artico il ghiaccio galleggiante continui a scomparire, arriva da un lavoro straordinario di ricerca compiuto dalla nave Polarstern, una rompighiaccio lunga 118 metri, laboratorio della missione MOSAiC Expedition (Multidisciplinary drifting Observatory for the Study of Arctic Climate).
Non è stata una ricerca qualsiasi, dato che la Polarstern è partita addirittura nel settembre del 2019 ed è rimasta in mare per oltre un anno.
Lo scopo?
Monitorare la situazione dei ghiacci tra la Siberia e la Groenlandia.
A capo della spedizione il tedesco Markus Rex accompagnato da un team di circa 400 scienziati.
La nave si è lasciata andare per la maggior parte del tempo alla deriva in mezzo ai ghiacci, proprio per monitorare la loro evoluzione sul lungo periodo e il risultato è stato sconcertante.
“Il ghiaccio marino sta morendo, questa ormai è una realtà. L'intera area dell’Artico, e a questo punto penso non solo quella, è a rischio. Abbiamo constatato con i nostri occhi come il ghiaccio scompaia là dove c'era solo fino a poco tempo fa, e come in zone dove avrebbe dovuto avere uno spessore di molti metri è fortemente assottigliato, ridotto a pochi centimetri; in alcuni punti non c'è del tutto” ha spiegato il capo spedizione Markus Rex.
Parlando di numeri al momento il ghiaccio galleggiante nell’Artico ammonta a una superficie di circa 3,74 milioni di chilometri quadrati. Soltanto nel 2012, quando la banchisa si era ridotta a 3,41 milioni di chilometri quadrati, si era raggiunto un valore più basso.
Si tratta di un allarme grave per la salute del pianeta.
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