Il comandante del Bayesian, James Cutfield, è stato formalmente iscritto nel registro degli indagati per la tragedia del mega yacht a vela di 56 metri, affondato a Porticello, a poche miglia da Palermo, il 19 agosto. Questo, come riportato da La Repubblica, è un fatto che tutti ormai davano per scontato.
Questo non significa che sia colpevole di quelle morti, ma il suo comportamento deve essere esaminato attentamente per determinare se possa aver contribuito, direttamente o indirettamente, a quanto accaduto. Le indagini stanno valutando se il suo comportamento o eventuali errori del suo equipaggio abbiano contribuito alla tragedia.
Cutfield sarebbe indagato per naufragio e omicidio plurimo colposo. È probabile che anche il primo ufficiale e il marinaio di guardia siano stati iscritti nel registro degli indagati.
Oltre alla registrazione di Cutfield tra gli indagati, ciò che ha sorpreso sono le parole del procuratore Ambrogio Cartosio, che ha dichiarato ai giornali: “Stiamo studiando e valutando se le responsabilità siano del comandante, dell’intero equipaggio o dei costruttori della barca”.
Ma cosa intendeva il procuratore di Termini Imerese con “…o dei costruttori della barca”? Cosa non convince gli inquirenti?
Un cantiere come Perini Navi è sinonimo di prestigio. Quando si spendono oltre 100 milioni per una barca, si vuole un oggetto assolutamente sicuro, non si accettano margini di errore se non del tutto trascurabili.
Anche solo il sospetto che l'operato del cantiere possa aver contribuito all’affondamento del Bayesian potrebbe avere pesanti ripercussioni.
Per quanto riguarda l’equipaggio, è difficile immaginare delle colpe che non siano morali.
Cosa è successo? Il comandante ha dato un ordine che qualcuno non ha eseguito? La vedetta in plancia non si è accorta del temporale in arrivo? Era qualificata? Aveva le competenze e l’esperienza necessarie per comprendere l’evoluzione delle condizioni meteo?
Nel suo secondo interrogatorio, Corriere della Sera riporta che il comandante Cutfield ha dichiarato di non essersi preoccupato delle condizioni meteo perché non era stato emesso alcuna allerta meteo dalla capitaneria. Quest'ultima ha confermato che non c’era alcuna allerta.
Questa risposta lascia perplessi: uno skipper non dovrebbe controllare le condizioni meteo solo in caso di allerta, ma farlo sempre e comunque.
Quella sera, i pescatori non erano usciti perché il tempo prometteva male.
Gli skipper che portano le barche da charter alle Eolie erano allerta da almeno due giorni: l’acqua del mare era troppo calda e la situazione instabile, il che faceva prevedere l'arrivo di qualche fenomeno violento.
Forse tutti si preoccupavano, tranne Cutfield.
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