Berntsson, dopo avere conquistato le semifinali con una splendida rimonta (prima dell’ultima giornata aveva tre lunghezze di svantaggio sull’ultimo posto disponibile), ha sconfitto in finale con un secco 2-0 il nostro Francesco Bruni, altro protagonista dell’evento, penalizzato da un pizzico di sfortuna nel confronto decisivo. La vittoria di Bertsson è stata frutto di un primo duello conquistato per una manciata di secondi dopo che Bruni ne è stato al comando per lunghi tratti, mentre nella regata successiva lo skipper scandinavo è stato abile a condurre la sfida durante tutto il suo corso.
A Bruni, però, va dato il merito di avere sbarrato le porte della finale a Terry Hutchinson, probabilmente il velista più forte del momento, come dimostrato nel round robin, concluso saldamente al comando. Hutchinson, sconfitto anch’egli con il punteggio di 2-0, al termine della competizione ha fatto notare come nell’equipaggio di Berntsson ci fosse un velista appartenente a Quantum Racing, il TP 52 da lui stesso comandato. “So già – ha detto il campione neozelandese – che sarò costretto a sentire questa storia per tutta l’estate”.
La lista dei delusi, invece, racchiude i nomi di Sebastien Col, numero uno del ranking mondiale di match race, e Ben Ainslie, velista dell’anno Isaf, che non sono riusciti a qualificarsi per gli scontri a eliminazione diretta. Il campione britannico, tuttavia, si è potuto consolare con la vittoria nella regata di flotta, e il conseguente premio in denaro, che ha chiuso la competizione.
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